Carditello: Cimmino al Quirinale il 22 Aprile

Carditello: Cimmino al Quirinale il 22 Aprile

un pezzo di storia del Sud sugli annunci immobiliari online

Secondo previsioni, l’asta per la vendita della Reggia di Carditello è andata deserta ancora una volta. Nuova data fissata al 29 Marzo, ancora a 15mila euro ribassabili a un quarto della base d’asta. Il sindaco di San Tammaro Emiddio Cimmino ha appreso la notizia mentre gli veniva comunicato che, in conseguenza del suo sciopero della fame, il Presidente della Repubblica Napolitano lo riceverà il 22 Aprile al Quirinale; e pertanto la personale protesta è stata sospesa. Grande merito del primo cittadino è quello di aver così acceso i riflettori sulla vergognosa vicenda.
Chi salverà la reggia borbonica dalle grinfie della camorra? Di certo il monumento e la nostra storia non si sono salvati dall’onta di finire sui  siti di annunci immobiliari. Veramente triste! 

Reggia di Carditello, sciopero della fame del sindaco

Reggia di Carditello, sciopero della fame del sindaco

soluzione estrema contro le istituzioni regionali

Il dramma della Real Tenuta di Carditello continua e da Lunedì il sindaco di San Tammaro Emiddio Cimmino ha iniziato uno sciopero della fame perchè, nonostante le continue e copiose denunce di associazioni e movimenti (tra cui V.A.N.T.O.), la politica provinciale, regionale e nazionale continua nella sostanza a disinteressarsi del problema.
La notizia era giunta Sabato a Gaeta in anteprima, durante i lavori dei movimenti meridionalisti all’hotel Serapo a margine del Convegno Nazionale della “Fedelissima” ed accolta con un sentito applauso di approvazione.
«Mi resta l’ultima cosa da fare». Così ha dichiarato il primo cittadino per annunciare una misura drastica «per sapere chi ama questa terra e chi invece la usa».
Per Giovedì 15 è fissata l’ennesima asta fissata a 15 milioni di euro che se andrà deserta come le precedenti farà scendere la base della successiva asta a del 29 Marzo a 10,5 milioni. Cimmino si chiede come mai Stefano Caldoro non abbia mai sentito il bisogno di recarsi sul luogo per conoscere e verificare le condizioni della reggia. E poi avverte: «Sappiano coloro che pensano di comprare la reggia di Carditello che il nostro piano regolatore che stiamo per approvare prevede vincoli invalicabili per tutto il perimetro del sito borbonico. Ci pensino bene prima di fare l’affare»Cimmino ha poi mostrato agli amici di interno18.it le tristi condizioni del sito.
Intanto a Gaeta i movimenti meridionalisti hanno fissato per il 21 Aprile una manifestazione di protesta e sensibilizzazione che si terrà probabilmente a Caserta.

contributi video concessi da interno18.it

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Nuovo crollo alla Reggia di Carditello

Nuovo crollo alla Reggia di Carditello

Angelo Forgione per V.A.N.T.O. – Un altro pezzo della Reggia di Carditello è perso. Il tetto dell’ala all’estremo margine sinistro è franato la scorsa notte, certamente per le piogge che si stanno abbattendo sulla Tenuta di caccia abbandonata, ma che, come nel caso di Pompei, danno solo spallate terminali a condizioni di manutenzione assente.
La Real Tenuta borbonica muore lentamente e silenziosamente nella totale indifferenza delle istituzioni, dal Ministero per i beni e le attività culturali alla Regione Campania, dal Consorzio generale di bonifica del basso Volturno alla Soprintendenza ai beni storici, artistici e culturali della provincia di Caserta. E anche dell’opinione pubblica ormai assuefatta al degrado avanzante su tutto il territorio.
La Reggia di Venaria Reale alle porte di Torino era nelle stesse condizioni negli anni Novanta mentre oggi risplende grazie a 200 milioni di euro per il restauro dell’intera struttura avvenuto per renderla fiore all’occhiello delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia. Senza considerare gli affanni della Reggia di Caserta, una delle delizie borboniche sta morendo senza che ci si renda conto che in quel sito nacque la favola della mozzarella di bufala cui fu dato forte impulso produttivo. Se un luogo simbolo per l’Italia viene abbandonato vuol dire che per la cultura italiana e del Sud nello specifico non c’è più spazio nel bagaglio delle prossime generazioni. Del resto uno spot in questi giorni parla di una cultura italiana che piace fatta di automobili.
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foto da interno18.it

Muti: «Non sono grande, sono Napoletano»

Muti: «Non sono grande, sono Napoletano»

Napoli chiude le celebrazioni di Italia 150

Angelo Forgione – Dodici minuti di applausi per Riccardo Muti al Real Teatro San Carlo per la messa di Requiem di Giuseppe Verdi che ha chiuso simbolicamente le celebrazioni dei 150 anni d’unità d’Italia. E per porre in evidenza l’importanza di Napoli nell’ambito del progetto unitario evidentemente ancora tutto da realizzare, proprio a chiusura delle manifestazioni, il grande Maestro ha lanciato un messaggio identitario alla nazione dopo quelli di Oviedo di Ottobre e del suo settantesimo compleanno:  «Non sono grande – ha risposto Muti ad un complimento urlato dalla platea – sono Napoletano». Poi si è appellato ai ministri: «Restate vicini a questo teatro che uno dei centri culturali del mondo, affinchè la gloria di Napoli possa proseguire per sempre».
E infine un messaggio a tutti i cittadini: «Essere Napoletani non significa seguire la parodia del folklore. Io sono Napoletano tosto, ho imparato qui il rigore, non a Vienna o Parigi».

Presenti tra gli altri anche Roberto Bolle e Roberto Benigni che ha brindato a Napoli: «Questa è la serata dell’unità e Napoli ne è il simbolo nel mondo». Lo ha detto ammirando e celebrando il teatro simbolo di una Napoli mondiale costruita anche da chi lo stesso attore ha denigrato sul palco di Sanremo. Lo stesso Benigni ha detto che mancava solo Garibaldi. In verità a mancare era il solo Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che a Gennaio ha aperto le celebrazioni unitarie a Modena e si è tanto speso per diffondere il messaggio unitario istituzionale in ogni dove. Alla chiusura nella sua città ha preferito la registrazione in mattinata del Concerto di Natale di Assisi, anch’esso nel calendario delle celebrazioni.

Auguri al nostro “San Carlo”!

Auguri al nostro “San Carlo”!
274 anni fa l’inaugurazione del “più bello del mondo”

Il 4 novembre 1737, dopo soli 270 giorni di lavori per un capolavoro firmato Antonio Medrano e Angelo Carasale, veniva inaugurato il “Real Teatro di San Carlo”. 274 anni fa, “Achille in Sciro”, con musiche di Domenico Sarro e libretto di Pietro Metastasio, inaugurava la grande musica del teatro universalmente riconosciuto come il più bello del mondo, oltre che di fatto il più antico lirico esistente. Fu il primo edificio monumentale voluto da Carlo III di Borbone, ancor prima delle regge. Sarebbe diventato il centro della cultura d’Europa.
Solo 41 anni più tardi a Milano veniva inaugurato il Teatro “Alla Scala”, capace di creare una tradizione ma non di eguagliare la storia e la bellezza del “massimo” Napoletano.
Auguri, orgoglio degli orgogli della città!

Muti: «Dico grazie alla Spagna perchè sono Napoletano»

video / Muti: «”grazie Spagna” perchè Napoletano»
brillante discorso identitario del Maestro premiato a Oviedo

Angelo Forgione – Lo scorso 21 Ottobre si è svolta ad Oviedo in Spagna la cerimonia di premiazione dei prestigiosi Premi “Principe de Asturias”. Tra i premiati, il Maestro Napoletano Riccardo Muti, vincitore all’unanimità del premio per le arti “per la sua traiettoria di dimensione universale, vincolata ai migliori teatri del mondo, che riesce a trasmettere al pubblico il messaggio senza tempo della musica”.
Alla presenza del Principe Felipe de Borbón, della Regina Sofia della Principessa Letizia, Muti è stato protagonista al teatro Campoamor di un discorso di ringraziamento molto significativo col quale ha voluto testimoniare la felicità di ricevere il più prestigioso riconoscimento culturale di quella Spagna che ritiene importantissima nella sua formazione artistica.
Un elogio alla Spagna troppo Napoletano per essere pubblicizzato dai media italiani come avrebbe meritato il più grande portatore italiano di cultura musicale. E invece ancora troppo silenzio come per il Festival di Pentecoste a Salisburgo dove gli austriaci hanno apprezzato il messaggio musicale del ponte culturale tra l’Austria e il Regno delle Due Sicilie che ha poi formato artisticamente il genio di Mozart. Come per il concerto di inaugurazione del restaurato “San Carlo” trasmesso in diretta praticamente in tutto il mondo, tranne che in Italia.
Un discorso significativo col quale ha rivendicato la propria identità e la propria Napoletanità, evidenziando l’importanza dell’incontro di culture, contrapposto alla chiusura e allo scontro troppo imperante nel nostro paese, capace di produrre benefici. Il Maestro ha voluto testimoniare la valenza culturale dell’incontro tra Napoli e la Spagna avviato da Don Pedro de Toledo e sublimato da quel Carlo III di Borbone, di madre italiana e padre spagnolo, capace di dare un impulso illuministico prima a Napoli e poi a Madrid, lasciando alla città partenopea un patrimonio culturale e un ramo familiare “di Napoli” (che in molti vorrebbero invece spagnolo) capace di raccoglierne l’eredità.
Dopo la protesta contro i tagli alla cultura in Italia, il rifiuto della cittadinanza romana per motivi politici e i trionfi di Salisburgo dove ha dato lustro alla scuola musicale Napoletana («l’Italia è sempre troppo lenta a far cultura mentre gli altri ci ammirano» denunciò il Maestro), Muti ha sottolineato ad Oviedo di sentirsi anche un po’ spagnolo perchè Napoletano.
Significative le chiavi di comunicazione anche ironiche con le quali ha “carezzato” la sete di cultura in Spagna e indirettamente bacchettato quella negata in Italia. Un bel sorriso della Regina Sofia di Borbone è stato inquadrato in primo piano quando Muti ha detto «Devo dire grazie alla Spagna perchè sono Napoletano». E altri sorrisi sono piovuti da tutti gli ospiti internazionali dopo l’aneddoto di mamma Muti che, in un’epoca in cui la strada centrale di Napoli si chiamava ancora “Roma” per decisione post-unitaria che ne aveva cancellato la storia, da buona Napoletana mandava il piccolo Riccardo “a Toledo” (oggi che è tornata al suo vero nome, molti la chiamano erroneamente “Roma”, N.D.R.). E poi la citazione dei quartieri spagnoli per arrivare al vanto e all’orgoglio partenopeo del direttore d’orchestra che ha ricordato che il Real Teatro di San Carlo, «il più bello del mondo», fu voluto da Carlo III di Borbone. Un incontro Napoli-Spagna che si rinnoverà con l’esecuzione prossima a Madrid del manoscritto “I due Figaro” di Saverio Mercadante, ritrovato nella biblioteca della capitale iberica dove il compositore lavorò nel 1826, quando la Spagna era considerata culturalmente “la più bella provincia italiana”… Napoletana.

Intervista su Napoli e il Napoli a napolipassion.it

Intervista su Napoli e sul Napoli a napolipassion.it
«De Magistris sappia ascoltare la città…
a De Laurentiis consiglio El Shaarawy…
il calcio è malato di ipocrisia!»

Queste le mie dichiarazioni a napolipassion.net

Intervista a Angelo Forgione XG1
di Rossella Attianese 

Questa settimana abbiamo intervistato Angelo Forgione, fondatore del Movimento V.A.N.T.O. (Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela dell’Orgoglio), giornalista e autore di molti video su Napoli, aventi come scopo l’esaltazione della napoletanità, la denuncia di situazioni che purtroppo affliggono la città partenopea e la sottolineatura di frasi, commenti e congetture che troppo spesso puntano a svilire l’orgoglio dell’essere napoletani.
Da buon Napoletano, orgoglioso delle proprie origini, non poteva che essere tifoso del Napoli, ed è proprio da questa sua passione che nascono i video tra più divertenti e cliccati della rete dove con grande maestria si susseguono le immagini del Napoli montate ad arte.

Prima di iniziare con le domande su Napoli e sul Napoli vorrei ringraziare Angelo per la sua disponibilità.

Angelo, da cosa nasce l’idea di fondare il movimento V.A.N.T.O. ?
Dal mio grande amore per Napoli che nutro da sempre, da quando ero bambino e ho cominciato a rendermi conto che questa città era trattata diversamente. Crescendo mi sono chiesto perchè ci fosse così tanta bellezza paesaggistica e ricchezza monumentale ma anche problemi enormi incomprensibili. I conti non mi tornavano e allora ho cominciato a leggere, studiare, approfondire, capire per cercare delle risposte. E le risposte sono arrivate, i conti sono tornati, capendo che l’unità d’Italia, doverosa ma in un altro modo, è stata una truffa per Napoli e per il sud perché realizzata come una conquista di un meridione la cui capitale ha subito un enorme trauma passando dall’essere prima Capitale europea e poi all’improvviso capoluogo di provincia.
Diventando grande ho dovuto scegliere se restare o fare l’emigrante. Sono rimasto, ma chi resta per amore non può starsene con le mani in mano. E allora ho creato quella “filosofia attiva” che è V.A.N.T.O. con cui voglio da una parte difendere la nostra città dai nemici esterni ma anche interni e dall’altra trasmettere ai miei concittadini ciò che ho studiato, capito e scoperto.

Nel mese di Marzo avete presentato il libro Malaunità parlacene un po’.
Malaunità” è un libro verità che tutti dovrebbero leggere. È un contributo alla ricostruzione del processo di unificazione italiana, mal riuscita. È la dimostrazione che una pianta che nasce male cresce male. È un dossier scritto a più mani da un team di ricercatori, giornalisti, archivisti e meridionalisti che si contrappone a quegli intellettuali di sistema che non hanno mai avuto il coraggio di spostarsi dalle loro posizioni dettate dalla storiografia ufficiale, quella scritta dai vincitori. È un libro anche piacevole e leggero da leggere che però lentamente prende allo stomaco e schiude la visione dei veri avvenimenti risorgimentali, fornendo anche elementi per leggere le attuali condizioni del paese che viaggia a due velocità non per caso. Mi preme evidenziare la prefazione di Jean-Noel Schifano, grande uomo di cultura francese e profondo conoscitore di Napoli e della sua storia, che con le sue parole da grande forza a tutti i saggisti che hanno partecipato alla scrittura legittimandone la visione, tra i quali, ovviamente, anche io insieme ai vari Pino Aprile, Lorenzo Del Boca, Lino Patruno e Gigi Di Fiore. E questo mi rende fiero e orgoglioso. Al libro è allegato anche un CD con due canzoni del grande Eddy Napoli che ha avuto il coraggio e la sensibilità di cantare il grido di protesta e dolore del sud. Consiglio a tutti di portarlo al mare quest’estate e leggerlo sotto l’ombrellone.

Ha vinto De Magistris, cosa ti aspetti che faccia per Napoli e per i Napoletani?
De Magistris deve fare tutto l’opposto di ciò che ha fatto, anzi non fatto, la Iervolino. Si sleghi dagli interessi di partito, pensi sempre a ciò che è giusto per Napoli prima di ogni altra cosa. Senta la città, ne avverta gli umori, e dia ascolto alle tante associazioni e movimenti come il mio che sono un gran serbatoio di idee e proposte perché spontanei e non interessati. Scenda per strada come ogni cittadino e, se è innamorato della città, saprà dove intervenire. Apra come ha promesso Palazzo San Giacomo e lo renda trasparente. Si faccia toccare dalla gente. E vada a sud, nel senso di essere protezionista verso una Napoli che ha perso la forza di gridare il suo orgoglio ad una nazione che invece va troppo a nord.

Se tu fossi sindaco di Napoli quali sarebbero le tue priorità?
Se io fossi sindaco, a parte le emergenze obbligate come i rifiuti, comincerei a lavorare per la valorizzazione delle zone turistiche, strade, monumenti, illuminazioni artistiche. Oltre lo straordinario scandalo rifiuti penserei anche all’ordinario rafforzando per le strade turistiche i turni di spazzamento. E restituirei decoro alle zone periferiche. Napoli è una bella donna ma ha un bruttissimo vestito; io cercherei di darle un abito che ne evidenzi la bellezza e le forme e farei in modo che ci si debba innamorare per forza di lei.
Per esempio, ho già pronto una serie di proposte da sottoporre a De Magistris appena lo vedrò. Tra queste spingerei per un piano di conservazione e pulizia dei monumenti con sistema di videosorveglianza e ordinanza di divieto di vendita delle bombolette spray ai minori. È testato che le telecamere puntate sono l’unico deterrente per i vandali, ma se qualcuno le sfida c’è bisogno che la pena sia certa e severa. Sporcare i monumenti di Napoli è come bestemmiare. E poi c’è bisogno di sicurezza, di maggior presenza delle forze dell’ordine nelle strade dei turisti, anche se per questo bisogna fare i conti con i tagli del Governo Berlusconi.

Qual è il problema principale di Napoli? Alcuni ritengono che sia insita nella “mentalità” dei napoletani.
Il grande problema di Napoli è duplice: da una parte la mancanza di una cultura diffusa, di una coscienza collettiva, di una consapevolezza di ciò che eravamo e che, quindi, potremmo e dovremmo essere. Molti napoletani credono che Napoli non abbia speranze perché sia sempre stata una città in ginocchio, che sia sempre stato così e sempre sarà. Ecco, è la rassegnazione ad un lavaggio del cervello che ci è stato fatto in 150 anni e che ci ha ridotti a popolo suddito da tenere al guinzaglio. Noi non siamo questo, noi siamo la città di Giordano Bruno, di Benedetto Croce, di Raimondo di Sangro per citare solo quelli che mi vengono in mente ora, la città dei primati borbonici, di una storia che in Italia non teme rivali, di una civiltà che ha costruito le fondamenta della moderna Europa e questo in pochi lo sanno ma è sotto gli occhi di tutti. Voi sapete che la privacy, ad esempio, nasce a Napoli? Eppure oggi c’è una legge che la tutela. Potrei fare cento esempi, ma chi approfondisce Napoli piano piano capisce cosa significa la nostra storia per la civiltà. Ed è per questo che mi arrabbio quando vedo che questa città è offesa da chi non ne conosce l’anima, anche gli stessi Napoletani. Scopriamo la nostra storia, e saremo a metà dell’opera.
L’altra metà sta nel cancellare il malaffare, le connivenze, la malavita, la micro e macrocriminalità; ma questo non spetta a noi bensì allo Stato, che però 150 anni fa ha sdoganato mafia e camorra e poi non ha fatto niente per togliergli il potere che gli ha conferito. È un compito che spetta allo Stato centrale, ma in questo senso non ho molta fiducia. Già i tagli alle forze dell’ordine significano consegnare il territorio alla malavita e alla delinquenza. E mi fermo qui, anche se la speranza non muore e non deve morire.

Veniamo al Napoli. Ormai la questione Mazzarri è finita, ma pensi che sia stata realmente così accesa? O i giornali hanno “gonfiato” le cose?
Mazzarri e De Laurentiis erano davvero ai ferri corti, sono due caratteri forti e avevano visioni diverse. Il mister ha calcato la mano in diverse maniere e il presidente ha finito col diventare un muro perché a lui non la si fa. È stata una prova di forza, un braccio di ferro vero e proprio. Poi, in extremis, hanno capito che non conveniva a nessuno interrompere il rapporto e si sono stretti la mano grazie alla saggia mediazione di Bigon. I giornali non hanno gonfiato la questione ma hanno raccontato degli interessamenti della Juventus, reali ma non prioritari, che Mazzarri ha usato un po’ come arma per assumere una posizione di forza illusoria.
Purtroppo è stata una brutta querelle che ci ha rovinato un po’ la festa mentre tagliavamo il traguardo, ma l’importante è che la saggezza abbia trionfato e il progetto continui. Il tempo di Mazzarri a Napoli non era ancora finito e solo dopo che avrà concluso il suo ciclo vincente qui potrà andare altrove. Non conveniva a lui, non conveniva a De Laurentiis perché un nuovo allenatore sarebbe stato un salto nel buio.

Alcuni hanno il timore che Mazzarri sia rimasto perché ormai Roma e Juve avevano virato altrove…è possibile?
Ripeto, l’interesse della Juve era concreto ma non prioritario. Ho la sensazione che ai bianconeri interessasse più lo staff Mazzarri che non l’allenatore Mazzarri, nel senso che li sono traumatizzati dagli infortuni a catena che hanno subito da due anni a qui, mentre a Napoli, per esempio, Cavani ha giocato praticamente sempre venendo da un mondiale e segnando 26 goal senza vistosi cali. La Roma invece ha fatto solo sondaggi ma non era nelle condizioni di proporre un progetto concreto e trasparente visto il suo cambio al vertice.
Ad ogni modo, Mazzarri resta a Napoli e vedrete che dopo aver staccato un po’ la spina tornerà più motivato di prima. È un vincente e le motivazioni le trova da solo.

Secondo te, che garanzie ha chiesto Mazzarri per rimanere?
Mazzarri ha chiesto acquisti per completare il suo progetto tecnico. Due centrocampisti di qualità, un esterno di difesa e un attaccante di concretezza che possa apportare una dote realizzativa ad una squadra che ha in Lavezzi un attaccante apriscatole ma che purtroppo non “sente” la porta. Cavani e Lavezzi devono poter ruotare con un altro attaccante di livello

Il mercato è iniziato e come sempre i nomi accostati al Napoli sono numerosissimi e le smentite puntualmente smentiscono notizie date per semi-ufficiali, tu chi pensi arriverà realmente a Napoli? E per chi faresti follie?
Credo e spero che i due centrocampisti vengano fuori tra Inler, che alla fine potrebbe scegliere Napoli alla Juventus, Palombo e Borja Valero. Follie? De Laurentiis non fa follie, ma un investimento importante lo farei per El Shaarawy, 18 anni e talento cristallino da vendere. È perfetto per il progetto Napoli. Bisogna cominciare a pensare al dopo Hamsik che negli anni prossimi credo andrà via, ma anche ad un’alternativa importante allo slovacco per il presente che oggi non c’è.

Hamsik dichiara di voler restare a Napoli, i giornali (Gazzetta e Tuttosport) lo vedono quasi al Milan… come andrà a finire?
Come ho detto, credo che Hamsik lascerà il Napoli in futuro, ma non quest’anno.

Palacios, Erick Lamela, Palombo, Inler… Mazzarri chi vorrebbe?
Mazzarri vuole Inler e Palombo, gli altri in ripiego.

Siamo in Champions, che girone vorresti capitasse al Napoli?
Il Napoli è matricola di quarta fascia e gli toccherà certamente un girone difficile. Ma la Champions è fascino autentico e tanto vale tuffarvisi con spirito “brigantesco”. Giocare al San Paolo e in trasferta contro Barcellona, Real Madrid, Manchester solo per dirne qualcuna a voi fa tremare? A me mette adrenalina. Niente paura, ben vengano certe sfide… e poi si vedrà come andrà. Dobbiamo crescere e per farlo bisogna abituarsi a certi livelli, altrimenti resteremo solo una bella realtà momentanea e passeggera.

Scandalo Calcioscommesse, il calcio italiano è malato? Cosa si potrebbe fare per risolvere il problema?
Il calcio, non solo quello italiano, è malato da tempo. A me non stupisce che vengano fuori gli scandali, anzi, meglio fare un po’ di pulizia che non è mai troppa. A me disturba più che altro che gli scandali vengano fuori sempre a fine stagione, e allora sentiamo i vertici del calcio fare bei discorsi di moralità. Io francamente sollevo il dubbio del perché certi scandali non vengano scoperchiati durante il campionato. Un caso? Oppure il carrozzone e tutti gli interessi che gli gravitano attorno non vanno fermati? L’ipocrisia non mi è mai piaciuta e il calcio ne è pieno, come quando si fanno regole contro il razzismo e poi non si interviene contro chi inneggia al Vesuvio come igienizzante contro i colerosi senza sapone.
I problemi sono risolvibili, tutto è migliorabile, ma ci vuole la volontà di farlo e non mi pare che ci sia. I problemi si rigenerano sempre perché dove ci sono i soldi c’è il trucco, e questo vale per ogni cosa dell’esistenza umana. Si inventano guerre per soldi, si occupano legittimi stati per soldi, e noi meridionali ne sappiamo qualcosa… volete che non si trucchino delle partite di calcio? Dobbiamo arrenderci alla natura debole e corruttibile dell’uomo.
Ma alla fine siamo in Italia, il paese dove tutto si dimentica in fretta. E l’anno prossimo saremo tutti, me compreso, a tifare e a vedere le partite. Il calcio è uno strumento per distrarre le persone dalle questioni importanti ma io ho cercato di dargli un senso mio, ovvero ritorcendolo contro il sistema e dandogli un valore sociale con i miei video e i miei interventi d’opinione. I poteri occulti cercano di deviare la gente ma, nel mio piccolo, cerco di pormi all’uscita del tunnel a raccogliere quell’interesse di massa per dare segnali di orgoglio al nostro popolo. Il mio consiglio è sempre lo stesso: essere consapevoli! Dobbiamo sapere che siamo schiavi di una passione che qualcuno, dietro le quinte, usa per i suoi interessi. Se partiamo da questa certezza possiamo poi valutare se il bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto.

Fai un saluto ai nostri lettori?
Un saluto a tutti i lettori di NapoliPassion! Chi ha letto questa intervista è sicuramente un innamorato di Napoli prima che del Napoli. A tutti dico di averne più amore, cura e rispetto perché se è in queste condizioni non è colpa sua… Lei che fu baciata da Dio e poi stuprata dall’uomo.

GRAZIE ANCORA ad Angelo per la sua disponibilità!
Rossella Attianese 

La Reggia di Carditello sul tavolo di Napolitano

La Reggia di Carditello sul tavolo di Napolitano
sito da salvare, solo il Presidente può farlo

di Angelo Forgione per napoli.com

Finalmente la storia della Real tenuta di Carditello approda sul tavolo del Presidente della Repubblica. L’appello sottoscritto dalle associazioni riunite nell’Agenda 21 per la bonifica dei «Regi Lagni» ed impegnate nella campagna “Salviamo Carditello”, ha avuto un primo riscontro che lascia speranze circa la cancellazione dell’asta giudiziaria che consegnerebbe la delizia borbonica ai privati. I rappresentati del comitato, sono stati ricevuti dal Consigliere Culturale della Presidenza della Repubblica, Prof. Louis Godart, lo scorso 24 Maggio.
Si è dunque messo il Quirinale al corrente della situazione, informando sul pericolo dell’asta giudiziaria fissata per ottobre con base di vendita di 20 milioni di euro e del pericolo di consegnare un bene culturale monumentale in mani di organizzazioni criminali che nell’area di Carditello e della provincia di Caserta proliferano».

Al tavolo i rappresentanti di Italia Nostra, del Consorzio di Bonifica, della Sun, del Collegio dei Periti Agrari, delle associazioni GAS La Tavola Rotonda, Legambiente Ager, LiberamenteOnda, Meduc, Pianeta Cultura, Siti Reali e dal sindaco del Comune di San Tammaro. Al Consigliere Godart è stata illustrata la proposta della risoluzione debitoria del Consorzio di Bonifica del Volturno nei confronti della SGA/San Paolo IMI attraverso il recupero crediti di 16 milioni di euro che l’ente di bonifica vanta nei confronti della Regione Campania e di alcuni Comuni. La speranza è quella di indurre la SGA a valutare la proposta di transazione avanzata dal Consorzio di Bonifica entro i termini economici concordati tra la stessa SGA e la Camera di Commercio per un importo di 9,3 milioni di euro. Questa, secondo il comitato pro-Carditello, sottrarrebbe il sito alle speculazioni e offrirebbe la possibilità di avviare un primo recupero urgente.
Pronta anche una soluzione alternativa: la pubblica amministrazione potrebbe esercitare il diritto di prelazione alla vendita ai sensi del Codice dei Beni Culturali, magari accedendo ai fondi europei, disponibili fino al 2013.

Il comitato spera di sensibilizzare la Regione Campania e il Ministero dei Beni Culturali per un eventuale restauro da realizzarsi attraverso la definizione di un progetto di valorizzazione della residenza borbonica, sull’esempio di quanto realizzato alla Reggia di Venaria Reale a Torino dove il finanziamento con i proventi del gioco del Lotto, a cui si sono aggiunti successivamente in gran parte i finanziamenti della Comunità Europea, ha consentito un miracolo del restauro.

A tal proposito, la presidente della sezione casertana di Italia Nostra Maria Carmela Caiola ha dichiarato che il recupero di Carditello assumerebbe un alto valore simbolico in occasione dell’anniversario dell’unità d’Italia, dimostrando che non esistono due Italie, una che recupera la reggia di Venaria al Nord e una che abbandona la reggia di Carditello a Sud.
È questa la leva su cui agire per coinvolgere Giorgio Napolitano, principale sponsor dell’unità del paese.
Il Presidente della Repubblica è stato invitato a visitare la reggia in occasione dell’ apertura del 21 e 22 settembre prossimi, sperando che per quella data l’imminente asta sarà stata scongiurata.

Il Comitato “Salviamo Carditello” invita tutti i cittadini sensibili a inviare una mail al Presidente della Regione Caldoro per sostenere una petizione online. Il testo è scaricabile all’indirizzo internet carditello.wordpress.com

La Reggia di Carditello è una delle Reali Delizie, fatta costruire da Carlo di Borbone in un luogo ricco di boschi e pascoli e scelta dal sovrano per le sue battute di caccia e per l’allevamento di cavalli. In seguito fu trasformata da Ferdinando IV di Borbone in una fattoria modello per coltivare grano, allevare razze pregiate di cavalli e bovini e per stimolare la produzione della mozzarella di bufala, grande invenzione del tempo.

A Castellammare per sostenere i lavoratori di Fincantieri

A Castellammare per i lavoratori di Fincantieri

28 Maggio ’11 – Questa mattina, insieme ad altri delegati del Parlamento delle Due Sicilie, ci siamo recati a Castellammare di Stabia in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa “Castellammare è Fincantieri”, per esprimere il nostro sostegno agli operai di Fincantieri in questa e in altre prossime manifestazioni di protesta per la chiusura dei prestigiosi cantieri navali stabiesi, vanto italiano e, ancora prima, del Regno di Napoli (leggi la storia).
Nei prossimi giorni valuteremo la possibilità accordataci di allestire una mostra sulle industrie dell’antico Regno delle Due Sicilie in una struttura di Castellammare.

“Castellammare è Fincantieri” è la scritta blu e rossa stampata su un telo bianco che da domani sventolerà dai balconi di Castellammare di tutti coloro che vorranno esporla (la nostra sventolerà a Napoli in segno di solidarietà). Come dire: se chiudono i cantieri, muore Castellammare. Una bandiera per tenere accesa l’attenzione sul cantiere che è l’anima e il cuore pulsante di Castellammare di Stabia.
“Abbiamo stampato – spiegano i referenti del Comitato Promotore di questa bella iniziativa – una bandiera per ricordare a tutti che Castellammare è la Fincantieri ed invitiamo tutti i cittadini ad esporre ai propri balconi quella bandiera che deve unire il popolo stabiese per non perdere la speranza, per tornare ad ascoltare il suono di quella sirena che ha sempre accompagnato Castellammare, ricordandoci ogni giorno con orgoglio la bellezza e la dignità al lavoro”.

Continua la “Malaunità”: cantieri di Castellammare verso la chiusura.

Continua la “Malaunità”: cantieri di Castellammare verso la chiusura
operai in rivolta, distrutti i busti di Garibaldi e Vittorio Emanuele III

Forte tensione all’indomani della decisione di Fincantieri di chiudere lo stabilimento stabiese (assieme a quello ligure di Sestri), tagliando così 639 posti di lavoro in Campania. Continua la distruzione del tessuto industriale del sud avviata con l’unità d’Italia e con quest’ulteriore colpo si mandano in sostanza a chiusura i cantieri dove si realizzò la grande marina borbonica, orgoglio del Regno delle Due Sicilie nel mondo, e dove, dopo l’unità d’Italia si realizzò nonostante il ridimensionamento la nave-scuola veliero “Amerigo Vespucci”, ancora oggi vanto della Marina Militare Italiana, realizzata sui progetti dell’antesignano veliero borbonico “Monarca” (leggi l’articolo),  la più grande nave da guerra di tutti gli stati preunitari d’Italia.

Disagi alla circolazione a Castellammare ma anche solidarietà. Su alcune serrande abbassate sono apparse locandine a favore degli operai in lotta. Un gruppo di lavoratori ha occupato il Comune e devastato alcune sale del Municipio. Il sindaco, il vice sindaco, i capigruppo ed alcuni consiglieri comunali di Castellammare di Stabia sono rimasti bloccati all’interno della sede comunale. Il presidio è durato tutta la notte. Quattro agenti di polizia sono rimasti feriti.

Chiaro il messaggio lanciato con la distruzione di due statue di valore di Garibaldi e Vittorio Emanuele III. Quella del Savoia è stata fatta rotolare giù dal piedistallo in vico Sant’Anna. Al busto ottocentesco di Garibaldi dello scultore Giovanni Spertini, acquistata dopo l’Unità d’Italia, è stata mozzata la testa, che poi è stata piazzata all’interno di una tazza da toilette.

la protesta degli operai di Castellammare di Stabia (video)


(foto e video: Repubblica.it)