“SI GONFIA LA RETE XG1 REMIX” versione 2012-13

Mancava a qualcuno e ora non mancherà più. Torna il “Si Gonfia la Rete XG1 remix” nella versione ’12-13, in una chiave musicale più godibile e più “aderente” alle atmosfere del “San Paolo”.
“Un sogno azzurro”, cantato da Eddy Napoli, portò fortuna nella settimana che condusse alla finalissima di Coppa Italia. Che il nuovo remix scandisca con buona sorte l’attesa della grande sfida di Torino e tutta l’ambiziosa avventura azzurra raccontata da Raffaele Auriemma.

Raiola si faccia gli affari del Qatar e lasci stare Napoli

Raiola si faccia gli affari del Qatar e lasci stare Napoli

Caro Raiola, francamente ha stufato. Lei continua ad essere inopportuno e a fare la parte di quello che tutto può dire, ma c’è un limite alla decenza e Lei lo ha oltrepassato abbondantemente. Napoli ha una dignità e un ruolo nel calcio, ma lo ha soprattutto la città e Lei non può continuare a riempirsene la bocca sporcane il buon nome.
Lei, parlando di Hamsik, ha tirato fuori questioni sociali e tirato fuori presunti preconcetti dei calciatori stranieri nei confronti di Napoli e del Sud, ma qui, quando gli sceicchi non conquistavano l’economia europea, ci sono venuti con piacere e in ogni epoca senza che i preconcetti per la città mancassero, e alcuni di questi ci sono rimasti anche a vivere. Legga pure questa lista: Jeppson, Pesaola, Vinicio, Canè, Altafini, Sivori, Krol, Maradona, Careca, Alemao, Lavezzi, Hamsik, Cavani. Le basta? Ma di quale paura di Napoli parla? Forse i preconcetti ce li ha tutti Lei, figlio di emigranti di Nocera, che è diventato amico degli sceicchi e non può più fare affari in Italia. La smetta di fare il sociologo sparando a zero e ben sapendo che se i grandi calciatori non verranno all’ombra del Vesuvio prossimamente sarà per via dei limiti dell’intero movimento calcistico italiano e non per altre questioni che col calcio hanno poco a che vedere. Sappiamo bene che Cavani è appetito da tutt’Europa, ma lo è perchè a Napoli è divenuto Cavani, non altrove, trovandovi il suo ambiente ideale e un equilibrio psicofisico che per un uomo di fede è fondamentale. Così come Hamsik, pure Cavani è ben diverso da Balotelli e da Ibrahimovic, caro Raiola, e del resto qui ci è venuto per scelta e senza paura. Aveva tante offerte dopo il mondiale sudafricano e ha ascoltato la sua fede in Dio dalla quale ha tratto l’indicazione per accettare l’offerta di De Laurentiis. “Dio mi ha portato a Napoli, nella vita ci sono i segni che ti fanno capire la strada che devi prendere”, queste furono le sue parole e noi che crediamo ancora in certi valori ci vogliamo illudere che nella vita non vinca sempre la legge dei soldi degli sceicchi. Cavani è una persona perbene, non prenderebbe nessuno per il collo, e se volesse andare via subito da Napoli, come Lei dice, lo direbbe a De Laurentiis con garbo e senza puntare i piedi.
Intanto La ringraziamo per aver certificato in pochi giorni con le Sue attenzioni che il Napoli ha due top-player che fanno gola a tutt’Europa e anche a Lei che ha la smania di avere la procura dei più forti. Le siamo grati per aver fatto capire a tutti che, nonostante il suo amico Al-Thani abbia interrotto la storia di Lavezzi a Napoli, la squadra azzurra ha un progetto serio ed è competitiva anche fuori i confini nazionali. Ma Le consigliamo di parlare di calcio, anzi di business calcistico che è ben altra cosa, e di mettere da parte le Sue analisi sociologiche e le Sue antipatiche ingerenze. Lei a De Laurentiis non torna utile come agli altri presidentissimi che si sono “affidati” al Suo lavoro per ripianare i buchi di bilancio. Lui tiene Hamsik e Cavani perchè non ha bisogno di fare cassa e così non fa il Suo gioco perchè è l’antitesi di ciò che Le ha consentito di fare il botto, ossia la crisi dei bilanci del calcio italiano dalla quale ci ha guadagnato, e tanto, consentendosi ora di esprimersi così duramente. Perchè non lo faceva prima? È chiaro che per i Suoi affari c’è un mercato in meno e questo in prospettiva non è un bene per Lei che ha una sola ricetta per i calciatori: firmare il contratto vantaggioso e alla prima occasione abbandonare. Dal calcio italiano non ha più niente da spremere, altrimenti non parlerebbe così, ma per le Sue scaramucce con l’indigesto Aurelio non ne può fare le spese l’onorabilità della città partenopea. Insomma, caro Raiola, si faccia gli affari Suoi e quelli degli sceicchi, e la smetta di riempirsi la bocca di Napoli.

Mino Raiola sguazza nei petroldollari e sputa su Napoli

Mino Raiola mangia con gli sceicchi e sputa su Napoli

«se propongo Napoli ai calciatori, mi licenziano»

«Se oggi propongo ad un top player di venire a Napoli – ha detto l’agente Mino Raiola – lui cambia procuratore. A Napoli, ma non solo a Napoli: in Italia in generale non viene, figuriamoci a Napoli. Il Sud-Italia in Europa fa paura, ci sono dei preconcetti. Il PSG ha un progetto, un sogno ed un grande progetto per combattere contro le grandi realtà, con una grande città alle spalle. Hamsik? Non sono stato attivo nell’affare Hamsik, altrimenti disturbiamo la colazione al presidente De Laurentiis, si scalda troppo e da simpatico diventa antipatico. Marek è un grande giocatore ed è la fortuna del Napoli, se poi ti senti un grande giocatore ti devi misurare con un’altra realtà per dimostrare il tuo valore. Il presidente De Laurentiis non la pensa così e per me è un’idea sbagliata».
Mino Raiola non è l’agente di Hamsik che è invece Juray Venglos. Parole inopportune pronunciate a “Radio CRC” che vanno in una sola direzione, quella di gettare ulteriore fango sul calcio italiano oltre quanto meriti e spostare l’interesse su altri campionati in cui l’agente ha forti interessi. E così ha lanciato un messaggio sibillino al giocatore slovacco: “vieni nella mia scuderia che ti porto dove girano i soldi e ci guadagnamo insieme”. Raiola non fa più affari in Italia e non può più farne perchè ormai i soldi sono altrove col dirompente e devastante ingresso degli sceicchi. Ma tirare fuori questioni sociali è veramente puerile e di cattivo gusto anche più dell’invasione di campo. Cosa c’entrano le questioni sociali con il calciomercato? A Raiola basterebbe ricordare che quando sceicchi e russi non c’erano i grandi giocatori sono venuti a Napoli con piacere in ogni epoca, e alcuni ci sono anche rimasti a vivere. Raiola legga questa lista: Jeppson, Pesaola, Vinicio, Canè, Altafini, Krol, Sivori, Maradona, Careca, Alemao, Lavezzi, Hamsik, Cavani. Tutti stranieri, e che stranieri, trasferitisi serenamente a Napoli facendone la storia, senza contare gli italiani. E non è che i preconcetti non esistessero. Per cui, se i grandi giocatori non verranno all’ombra del Vesuvio prossimamente sarà per colpa dei limiti dell’intero movimento calcistico italiano e per le follie degli sceicchi che ricoprono d’oro Ibrahimovic e Balotelli, entrambi della scuderia di Raiola che non può consentirsi di fare il sociologo sparando a zero su Napoli, sul Sud e sull’intera Italia solo perchè gli sceicchi non trovano nella Serie A uno strumento utile alla loro conquista dell’economia europea. Che volgarità!

videoclip / LA STELLA DEL SUD

videoclip / LA STELLA DEL SUD

il racconto della finale di Coppa Italia

Boom di richieste per l’attesissimo videoracconto della vittoria del Napoli ai danni della Juventus nella finale della Coppa Italia. Che non poteva mancare, nonostante gli importanti argomenti da approfondire che la stessa finale ho fornito fuori dal rettangolo di gioco. Il trofeo alzato al cielo di Roma, otto anni dopo il fallimento, è la certificazione della bontà del progetto di De Laurentiis. E la festa che ne è venuta segue quella per la promozione in Serie A, due gioie per le nuove generazioni di tifosi che non hanno vissuto i trionfi degli anni ’80. Una vittoria che ha sottratto alla Juventus la stella d’argento e l’imbattibilità stagionale… e ha regalato al popolo azzurro la migliore rivincita dopo la derisione di Torino. Cantanapoli chi canta ultimo!

Napoli azienda sana e vincente del Sud

Napoli azienda sana e vincente del Sud

vietato sbagliare, è  la resa dei conti che tornano

Angelo Forgione – Ci siamo, tre partite per il sorriso o la delusione. Sullo sfondo un sipario bianco-nero, tra friulani e piemontesi ai quali contendere e strappare a tutti i costi i due obiettivi all’orizzonte: la qualificazione al preliminare di Champions League e la Coppa Italia.
Ma la partita più importante delle tre restanti, di cui due in campionato, è quella di Bologna, il vero crocevia della stagione. Il match da non sbagliare come i tanti nel corso dell’annata. Gli alibi sono finiti, l’unico è la stanchezza ma quello vale per tutte le squadre e ora, più di tutto, contano le motivazioni. Non potrebbe esserci delitto maggiore che quello di un passo falso nel capoluogo felsineo, laddove il Napoli può ipotecare seriamente il terzo posto da vidimare contro il Siena nella “passerella” finale al “San Paolo”.
De Laurentiis tace ma gongola. Non è un benefattore ma un ottimo imprenditore, quel che ci vuole in una città difficile di un Sud difficile anche per il calcio, e il suo progetto sta procedendo come lui comanda. Napoli dal bilancio sano da sbattere in faccia a Platini alla fine del 2012 quando dovrebbe andare in vigore il “Fair Play Finanziario” che potrebbe sconvolgere le competizioni europee dal 2013/14. Sul sito ufficiale dell’UEFA si legge che “il pareggio di bilancio diverrà pienamente operativo per le dichiarazioni finanziare legate al periodo che finirà nel 2012 e che verranno valutate durante la stagione di competizioni per club UEFA 2013/14. Da quella stagione in avanti, i club che non soddisferanno i requisiti necessari, sulla base dei bilanci delle due annate precedenti, potranno essere sanzionati. Il pareggio di bilancio prevede che un club non possa spendere più denaro di quanto ne guadagna”. In poche parole, chi ricapitalizzerà con risorse esterne come sono soliti fare Berlusconi, Moratti e Agnelli, andrà incontro a sanzioni. De Laurentiis, che non è un magnate, ha previsto dei tetti da alzare gradualmente, a costo di andare allo scontro con calciatori e procuratori. Tutto questo per trovarsi pronti quando le risorse private dei magnati del calcio dovranno essere limitate.
Il bilancio 2010/11 della “S.S.C. Napoli S.p.A.” presentava lo scorso Giugno un patrimonio netto pari a circa 29 milioni di euro (29.305.052), in aumento di € 4.197.829 (+16,7%) rispetto al 30 Giugno 2010, ed era già conforme al Regolamento UEFA perchè chiuso con cinque esercizi utili consecutivi di cui solo gli ultimi tre pari a 15,5 milioni di euro.
C’è da attendersi nel prossimo bilancio un utile ben lievitato dopo l’ottima Champions League disputata che ha fruttato circa 30 milioni di euro. Ma De Laurentiis mira alla continuità nell’elite del calcio internazionale più che a degli exploit in campo nazionale che per una società del depresso Mezzogiorno potranno venire fisiologicamente come conseguenza alla stabilità in campo europeo. Il presidente sa benissimo che quel passante è fondamentale perchè assicura fortissime entrate per diritti televisivi e premi di gran lunga superiori all’Europa League, e per una società che non è titolare di proprietà immobiliari, prima fra tutte lo stadio, la massima competizione europea è fondamentale per mantenersi ad alti livelli.
Mors tua vita mea, il solo accesso ai gironi di Champions League, senza contare il resto, vale oltre 7 milioni di euro e se se li accaparrasse il Napoli li perderebbero l’Inter con un patrimonio tecnico un po’ troppo ingombrante, la Roma degli americani che devono garantire il debito a Unicredit e la Lazio che vedrebbe brutte nubi all’orizzonte. Quest’ultima, quotata in borsa, con un bilancio quasi in pari ma con due spade di Damocle sul collo: l’ammortamento dei tanti giocatori acquistati con la formula del pagamento dilazionato difficilmente riposizionabili e, soprattutto, l’a dir poco “discutibile” debito col fisco di 140 milioni spalmati in 23 anni siglato nel 2005. Lotito voleva questa Champions League e quella fallita lo scorso anno fortemente proprio perchè erano (e sarebbe) vitale per trovare nuove risorse e questo spiega le dimissioni folli di Reja in piena bagarre, poi rientrate, e la crisi di nervi della folle notte di Udine che già era stata fatale un anno fa.
Bene è andata alla Juventus, anch’essa quotata a Piazza Affari, che ha puntato tutto su questa stagione dopo uno spaventoso bilancio in rosso ricapitalizzato da mamma Fiat. Doveva guadagnarsi la Champions a tutti i costi dopo due anni di assenza, altro che fame del pur bravo Antonio Conte. Ha rischiato capitali esterni e ha ottenuto il risultato.
Conseguenze di questa gestione? Il Napoli cresce nel ranking UEFA, nella classifica delle squadre di calcio nel mondo e nel numero di tifosi. Ma quel che conta davvero è che il Napoli è squadra sempre più ricca, tra le prime 20 d’Europa, in un territorio povero; e questo vuol pur dire qualcosa. Fondamentale cartina di tornasole della salute del club azzurro, perchè è coi soldi che avanzano i progetti, e i soldi portano soldi per realizzarli. Al Napoli non manca nulla, stadio di proprietà a parte, per stabilizzarsi tra le big d’Italia e le prime d’Europa. È questo che vuole il presidente, la continuità senza cedimenti. Certo, il Napoli non ha lottato per lo scudetto e avrebbe potuto, ma la Champions League ha indubbiamente pesato sulla concentrazione più che sulle gambe. La seconda “Champions” consecutiva lancerebbe proprio un segnale di continuità al mondo calcisitico che ha il Napoli come modello. Se a questo si aggiungesse anche la Coppa Italia, ovvero il primo segno tangibile di un ciclo vincente che manca da ventidue anni, allora si che la stagione sarebbe molto più che positiva.
Ecco perchè a Bologna non bisogna fallire e squadra, allenatore e dirigenti lo sanno. Non l’hanno mai dimenticato, neanche a Febbraio allorché la classifica diceva -10 dall’Udinese, -8 dalla Lazio, -5 dall’Inter e -3 dalla Roma con una partita in meno, e la semifinale d’andata di Coppa Italia andava al Siena. In quel momento davvero in pochissimi si sottraevano al gioco a distruggere dei più che attaccavano De Laurentiis, Mazzarri, dirigenti e giocatori, e sembrava già tempo di bilanci negativi.  Non era così perchè la stagione era ancora lunga e ci voleva poco per leggere le insicurezze di Guidolin, le carenze della Lazio che, già ricca di lacune, si indeboliva sul mercato anziché rafforzarsi, e le tribolazioni di Inter e Roma. Abbastanza per crederci. Mentre quelle viaggiavano come potevano dopo essere andate oltre le proprie possibilità, il Napoli andava a due cilindri perchè Aurelio aveva imposto la modalità a quattro per fare strada in Champions League. Dopo ne sono bastati tre per risalire in campionato pur con un vuoto di pressione dopo l’eliminazione di Londra che solo tre settimane fa mandava di nuovo tutti nello sconforto e faceva dire ad Hamsik «l’anno prossimo non saremo in Champions». Mentre le maglie dell’Atalanta sverniciavano quelle azzurre, le telecamere indugiavano su un De Laurentiis impietrito. E lui intervenne personalmente come uno psicologo aziendale. Facile intuire cosa abbia detto alla squadra e quel proclama di resa di Hamsik è divenuto ora «lotteremo fino alla fine per andare in Champions». Perchè è il presidente a dettare gli obiettivi e indirizzare le forze nelle varie fasi della stagione.
Tre finali di fatto, di cui una di nome. Bologna è il crocevia del futuro prossimo del Napoli. Vincere per poi chiudere in bellezza e andare a Roma a levarsi uno sfizio, un grande sfizio. Poi comincerà un’altra estate calda nelle aule giudiziarie e tutto sarà tristemente rimescolato. Tra calciatori che vendono partite e allenatori che li picchiano, parlare di bilanci a posto in un calcio che rischia il crack non solo finanziario non è poi così sacrilego. Anzi, è motivo di vanto per tutto il Sud.

videoclip / La nobile Cenerentola (Champions League)

videoclip / La nobile Cenerentola

il Napoli smentisce tutti e approda tra le 16 big d’Europa

Angelo Forgione – Ad Agosto l’avevano dato per spacciato; il Napoli era praticamente già fuori dalla Champions League ancor prima di giocare nemmeno una partita. Le cassandre della vigilia lo definirono “la Cenerentola” del girone più duro che l’urna dell’UEFA abbia mai formulato nella storia della competizione. Il meglio del ranking europeo: Spagna, Inghilterra, Germania e Italia, con due favorite quantomeno per le semifinali. Tutti a dire che gli azzurri sarebbero usciti con zero punti, senza neanche la consolazione dell’Europa League. E invece a zero c’è rimasto il Villarreal e il Napoli di punti ne è ha fatti ben 11, più del ricco Manchester City ma anche più dell’Inter (10) e del Milan (9) negli loro gironi meno impegnativi. E senza dimenticare anche la difficoltà del calendario, col Bayern Monaco incrociato alla terza e quarta giornata, nel cuore del percorso, quando anche i bavaresi dovevano ancora sudarsi il passaggio del turno e mentre il City se la vedeva col quasi rassegnato Villarreal.
A Villarreal è sceso in campo Gianluca Grava, omaggiato idealmente per essere la memoria storica dell’inferno della Serie C, e non era poi tantissimo tempo fa. Incredibile Napoli!
Chiamatela pure “Cenerentola” ma chi ha occhi e cuore per guardare e attendere sa, e sapeva all’epoca, che la squadra di Napoli rispecchia l’anima di una nobile città scippata della sua corona, ma sempre consapevole del suo sangue blu che è la forza di un popolo capace di rialzarsi ogni volta.

Storia, cultura e orgoglio al “San Paolo”

Storia, cultura e orgoglio al “San Paolo”

V.A.N.T.O., Neoborbonici e tifosi fanno centro!

Due simboli carichi di storia, cultura, orgoglio e identità nella serata di Napoli-Juventus esposti al San Paolo, dopo Napoli-Catania dello scorso campionato.
Nel settore Distinti un gran bandierone delle Due Sicilie affidato al gruppo “Anni ’90”, nella Curva B degli Ultrà decine di bandiere delle Due Sicilie e lo striscione “1861-2011: noi capitale dell’orgoglio, voi capitale dell’imbroglio” a ricordare il nostro passato e la fine della Napoli capitale dei primati positivi meridionali ad opera dei sabaudo-piemontesi (con saccheggi e massacri annessi) con il presente delle cronache più recenti e imbarazzanti per la Juventus dei tribunali napoletani e non. Il tutto al grido “sapete solo rubare”.
Con un Sud sempre più umiliato ed offeso oltre il dovuto e sempre meno rappresentato a livello politico, culturale ed economico, una dimostrazione di esigenza di verità storica e di radici, sulla scia di una squadra e ad un società sportiva che si stanno affermando in Italia ed in Europa. 
Sempre nei Distinti, firmata dai “The Boys”, è apparsa la scritta “tu… mezzo francese… eri sommerso da debiti e spese… sei diventato gran sovrano rubando al popolo napoletano” ispirata al testo della canzone “Malaunità” di Eddy Napoli, a dimostrazione di una consapevolezza sempre più crescente delle vicende storiche, spesso mistificate, utile ad una proiezione nel futuro scevra da sterili visioni retoriche.
Nessuna intenzione monarchica o secessionistica, evidentemente, ma solo l’esigenza crescente di gridare un senso di appartenenza sempre più necessario da ritrovare per le prossime importanti sfide (non solo calcistiche) che attendono Napoli e il Sud verso un riscatto che gli antichi Popoli meridionali aspettano da troppo tempo.
Con l’auspicio che i napoletani possano dimostrare concretamente l’amore per Napoli in ogni momento della vita sociale e non solo all’interno dello stadio “San Paolo, si ringraziano i ragazzi dei Distinti e della Curva B per la maturità dimostrata e la disponibilità concessa e tutte le persone che hanno contribuito col cuore e con la tasca all’iniziativa.
(Uno speciale ringraziamento a Raffaele Auriemma che su Premium Calcio, commentando le coreografie sull’inquadratura del bandierone, ha citato V.A.N.T.O. «capace di valorizzare tutto ciò che di buono c’è a Napoli» e un plauso a Carlo Alvino che ha condito la sua telecronaca su SKY con ingredienti storici).

videoclip / ‘A voce ‘e Napule

videoclip / ‘A voce ‘e Nàpule

il film “muto” di Napoli-Manchester City

Richiesto, atteso, immancabile. Eccolo qui il videoclip della magica atmosfera di Martedì sera nel catino di Fuorigrotta. Un match per il quale le parole sono superflue e il cui racconto è giusto affidare alla sola voce di Napoli, quell’insieme di settantamila grida capaci di farsi sentire in tutt’Europa dove all’atmosfera del “San Paolo” si dedicano parole di ammirazione.
Ventun anni di assenza dalla massima competizione continentale hanno privato la “coppa dalle grandi orecchie” del prestigioso palcoscenico napoletano e ora il grido “the champiooons”, il terzo su tre inni riecheggiati a Fuorigrotta, è già il migliore spot che l’UEFA possa adottare per una competizione che nel ventennio della nuova formula non ha mai visto nulla di simile in nessun campo. Poi, altre tre esplosioni.
Quando le abbiamo desiderate, le serate di Champions le immaginavamo bellissime. Ma la realtà sta superando la fantasia.
E allora, voce alla Napoli sportiva, voce al Napoli in Europa… ‘a voce ‘e Nàpule!

Solidarietà per Martina Franova Hamsik

Solidarietà per Martina Franova Hamsik

Il Movimento V.A.N.T.O., sponsor culturale dell’USCA ATELLANA PALLAMANO per cui è tesserata MARTINA FRANOVA HAMSIK, ha contattato i dirigenti del sodalizio sportivo affinchè facciano pervenire alla giocatrice la solidarietà della vera Napoli dopo la triste rapina a mano armata di stamane fortunatamente conclusasi solo con uno spavento. Un atto da condannare con decisione, non perchè ai danni della moglie di un calciatore famoso e amato ma perchè ai danni di una donna ospite nella nostra città, per giunta in gravidanza.
La carenza di mezzi da parte delle forze dell’ordine sta consegnando sempre di più l’intero paese alla criminalità e all’illegalità, trasformando i dati nazionali in uno sterile terreno di scontro tra sindaci e amministratori locali.
Da tempo V.A.N.T.O. si batte per evidenziare le positività di Napoli senza tralasciare la denuncia delle sue brutture, con spirito critico costruttivo e approccio moderato ma diretto. La denuncia è però anche verso la diversa entità attribuita agli accadimenti negativi della città partenopea rispetto ad altri di diversi luoghi come ad esempio quello ai danni di Bettarini a Milano e Hernandez a Palermo (l’episodio di oggi è in provincia di Napoli). Pertanto, prendiamo sin d’ora le distanze da qualsiasi strumentalizzazione del pur vergognoso fatto da parte di chi non aspetta altro che gettare la croce addosso alla città piuttosto che far sentire la propria vicinanza alla vittima dello spiacevole episodio.

tuttojuve.net: “pioviggina, salta la gara col City?”

tuttojuve.net: “pioviggina, salta la gara col City?”

continua la scia di cattivo gusto juventino

di Angelo Forgione – Insistete pure, voi di tuttojuve.net. Siete anche un po’ prevedibili perchè stamane, alla vista grigia dello splendido golfo di cui noi possiamo godere nelle giornate di cielo AZZURRO, ho pensato subito a qualche grigio BIANCONERO (le due tinte insieme producono grigiore) pronto a fare sarcasmo sulla partita di Champions sotto la pioggia… ma a Napoli, non a Torino. Francamente, dopo la bacchettata a Rampulla e Gullo, avrei sperato che da quel versante avessero tutti capito la lezione e imparato a rispettare soprattutto la morte di 7 persone ma anche la decisione superiore di un Prefetto.
E invece no: “una goccia d’acqua potrebbe influenzare gli slalom di Lavezzi, che correrebbe persino il rischio di scivolare; un’altra potrebbe causare il nervosismo di Mario Balotelli, sponda City … ma sono soprattutto le ultime due gocce d’acqua a creare i dubbi più angoscianti e le paure più profonde: il ciuffo di Roberto Mancini potrebbe rovinarsi e la cresta ribelle di Hamsik potrebbe, ahinoi, perdere volume e brillantezza”. Così scrive Domenico Aprea (cognome napoletano), capace di colpire anche degli ex-interisti nel suo articolo nella categoria “i nemici”.
Non ci viene da ridere, e purtroppo piangiamo. Se proprio gli adepti del direttore Massimo Pavan, i cui siparietti a Sportitalia sono decisamente meno brillanti della simpatia del conterraneo Michele Crisicitello, vogliono stimolar risata, imparassero dalla cultura napoletana che regala da secoli sorrisi senza offendere nessuno. Oppure traessero ispirazione da chi prima prende le distanze da Moggi e Giraudo e poi chiede scudetti indietro e 444 milioni di risarcimento danni.
Che stile che stanno sciorinando!