non solo Matera, anche Avellino e Castellammare senza treni.

E mentre a Bari si dibatteva sulle ragioni del Sud da affermare partendo da un treno che finalmente possa raggiungere o partire da Matera, ad Avellino e Castellammare di Stabia chiudevano per diversi motivi le stazioni ferroviarie, quella stabiese inaugurata nel 1842 sulla storica tratta di prolungamento della prima linea ferroviaria d’Italia.
Matera, Avellino e Castellammare, tre città del Sud senza collegamenti ferroviari. E le chiamano Ferrovie dello Stato.

Un presidente un po’ governatore e un po’ questore

De Laurentiis assicura i trasporti e rafforza l’antiscippo

Accordo in Prefettura a Napoli tra il prefetto De Martino, il sindaco Luigi de Magistris e un rappresentante del Calcio Napoli: la SSC Napoli pagherà gli straordinari per assicurare il servizio di metropolitana oltre il termine delle partite di calcio al “San Paolo” in notturna. Il servizio della Linea 2 “Piazza Garibaldi-Gianturco” dovrebbe essere garantito dalla Regione ma l’ente non ha i soldi e allora è De Laurentiis a risolvere il problema mascherandosi da amministratore pubblico e garantendo cinquemila euro per ogni partita serale. Non si tratta di stabilire se sia giusto o meno; lo è perchè una città che vuole riprendersi il suo posto tra le capitali d’Europa non può prescindere dall’assicurare certi servizi essenziali. Ha fatto il passo chi ha potuto in nome del buonsenso e il vero problema sta nel constatare che Napoli non può consentirsi al momento la fruibilità delle proprie linee metropolitane nelle ore tarde del week-end o in occasione di eventi particolari come accade nelle città di respiro internazionale.
Grazie a De Laurentiis dunque, per questo e per le sue specifiche competenze che hanno portato il Napoli ai vertici. Dove sarebbero oggi gli azzurri senza di lui è difficile dirlo, soprattutto in assenza di imprenditori locali, di altri interessati al Napoli che non siano i cardini dell’industria del Nord che mai investirebbero al Sud o degli sceicchi disinteressati al derelitto calcio italiano fatto di stadi fatiscenti. Un presidente-imprenditore prezioso che però, per troppa attenzione alla vivibilità di Napoli per i suoi tifosi e per i suoi calciatori, finisce scivolando sulla buccia di banana durante la firma-show del nuovo contratto di Cavani che assicura alla squadra le prestazioni dell’unico vero “top-player” offensivo del calcio italiano: «Napoletani, non scippate la signora Cavani, non rubatele niente, fatele capire che è una città dove si vive bene». Il presidentissimo fa un’innocente battuta ma sbaglia a definire i ladri dei “napoletani” (quelli non sanno neanche cosa sia l’appartenenza alla città) e sbaglia a rivolgersi a loro comunicando all’intera nazione l’associazione mentale tanto difficile da sradicare Napoli-ladri. A loro devono rivolgersi le forze dell’ordine in funzione di garanzia della sicurezza non dei soli calciatori ma di tutti i cittadini napoletani (questi si) e i politici nazionali e locali al momento incapaci di arginare la povertà dilagante e assicurare leggi ferree contro la micro e macrodelinquenza. Poi Aurelio cambia il tiro e si rivolge agli stessi calciatori e alla stampa: «Sono cose che capitano ovunque ed è chiaro che se vuoi portare un Rolex e guidi con il braccio fuori è possibile che ti segano il braccio. A me qui non è mai successo nulla».
Si è mai visto Agnelli cercare di arginare scippi del rolex a Vucinic o lo sceicco Al Thani quelli a Lady Ibrahimovic? De Laurentiis cade nella trappola mediatica e la alimenta inutilmente. E del resto è lo stesso Cavani a dire che «la scelta di rimanere a Napoli non è stata dettata solo dai soldi che sono importanti come l’ambiente affettuoso di una delle città più belle del mondo che non ha prezzo». Ma Aurelio è così, istrionico e spettacolare, un presidente un po’ sindaco, anzi governatore, un po’ questore, un po’ sociologo. Capace di uscire dagli schemi, a volte strappando sorrisi e altre lasciando interdetti, ma comunque senza mai cattiveria e con la consapevolezza delle potenzialità della realtà napoletana da sfruttare anche a costo di arrivare dove non arrivano le istituzioni. Prendere o lasciare, e chi scrive prende.

Cassa Armonica, monta la protesta dei movimenti

Cassa Armonica, monta la protesta dei movimenti

rettifica sulla dichiarazione al Corriere del Mezzogiorno

Angelo Forgione – La vicenda dalla pensilina smontata della Cassa Armonica i cui pezzi sono finiti in un cantiere della Linea 6, denunciata da V.A.N.T.O. e raccolta ormai da tutte le associazioni e i movimenti cittadini, porterà probabilmente a qualche azione di protesta. Continuo a seguire la vicenda dialogando con lo staff del Sindaco.
Intanto è di oggi un articolo del Corriere del Mezzogiorno (notoriamente poco morbido nei confronti di De Magistris) in cui sono raccolte le dichiarazioni di tutti i rappresentanti di associazione. Va però precisato che la mia dichiarazione orginale è modificata e mi vengono attribuite espressioni mai usate. La frase “vengono raccontate solo baggianate” è inventata, non mi appartiene e non fa parte del mio stile, così come non ho mai coinvolto la ditta che ha fatto i lavori (non conoscendo i fatti) ma esclusivamente il fatto in se stesso.
Porta da anni avanti un’azione costruttiva e collaborativa nell’esclusivo interesse della città, dei suoi monumenti, storia e decoro. E, in quanto giornalista, è per me fondamentale non modellare mai le dichiarazioni che raccolgo. Ecco perchè ritengo doveroso precisare, nonostante l’effettiva rabbia che è fortissima per la violenza sul monumento.

Di seguito la mia dichiarazione originale:

Ho piena fiducia in De Magistris ma da qualche mese la democrazia partecipativa che era stata il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale è già evaporata. Dal 19 Dicembre, data della mia prima richiesta, sono intercorsi quattro mesi senza ricevere alcuna risposta sul “mistero” dell’orologio storico scomparso a Piazza VII Settembre in occasione dei lavori per la realizzazione della Linea 1 Metropolitana.
Anche sulla vicenda della Cassa Armonica, da me denunciata appena verificatasi, non ho ricevuto alcuna risposta ufficiale ma solo qualche delucidazione ufficiosa e poco precisa da fonti attendibili da me sollecitate che mi riferivano di un trasferimento dei pezzi in laboratorio. Ma per laboratorio si intende un luogo chiuso dove si hanno a disposizione i mezzi e le strutture adatte agli interventi del caso, non un cantiere all’aperto senza misure di sicurezza. La vicenda è allarmante.

Siani-show a Sanremo con retorica finale

Siani-show a Sanremo con retorica finale

Alessandro Siani strappa applausi a Sanremo. Da attore nazionale quale ormai è, si è esibito su un palco nazional-popolare con una performance commisurata spaccata in due: una riuscita parte da comico-monologhista in cui ha fatto bene la sua parte di animale da palcoscenico e un’altra, quella finale, poco riuscita e assai meno spontanea, priva di pathos e condita da un’infelice frase ad effetto: «il Nord è quella linea dell’orizzonte che divide l’emigrante dal folklore».
L’emigrante del Sud non è un Pulcinella (con tutto il rispetto per Pulcinella) che quando va al Nord si leva la maschera e si eleva a rango di persona seria. Semmai, quella linea dell’orizzonte separa il meridionale dalla sua terra. E spesso, da un punto di vista diametralmente opposto, il Sud è quella linea dell’orizzonte che separa l’ignorante dal pregiudizio.
La parte finale è troppo carica di retorica patriottica e scarsa capacita interpretativa; quello è un Siani perdente che può strappare applausi alla platea di Sanremo ma non a quelle che decretano lo spessore artistico di un attore. Molto meglio le sue battute in piedi e fuori dalla barca, stavolta corrette verso la sua Napoli, e già questa è una bella novità.

Muoiono gli alberi della Villa Comunale

Muoiono gli alberi della Villa Comunale

V.A.N.T.O. in una cordata per salvare la villa borbonica

I geologi avvertono che i lavori della Linea 6 della Metropoliana bloccano le falde acquifere e interrompono l’afflusso delle acque piovane sotto la villa borbonica facendo avanzare le infiltrazioni marine. Gli alberi cadono perché bevono acqua di mare o forse perché le loro radici sono zuppe d’acqua.
È in atto una battaglia per salvare la Villa Comunale, già deturpata da un restyling sbagliato. In prima linea una cordata di associazioni: “Insieme per innovare”, “Assmed”, “Chiaia per Napoli”, “Osservatorio salute e ambiente”, “Ernesto Rossi”, “Portosalvo” e “V.A.N.T.O.” che presto incontreranno lo staff del sindaco de Magistris. Si valuta anche l’idea di un sit-in attorno ad un altro albero storico che sta rischiando di morire in Villa.

leggi l’articolo di Vincenzo Esposito da “Il Corriere del Mezzogiorno”

Gaffe di Linus e Matteo Curti sul metrò di Napoli

Gaffe di Linus e Matteo Curti sul metrò di Napoli

e quella battutina sui (portinai) napoletani?

Angelo Forgione – Nella puntata di “Deejay chiama Italia” del 24 Gennaio, inciampo multiplo di Linus e Matteo Curti sulla metropolitana di Napoli (nel video). Durante la trasmissione, il primo legge alcune notizie su fatti accaduti nel “mondo delle metropolitane”, secondo lui esistenti solo a Milano e Roma. Il discorso, partendo dalla maggiore grandezza del metrò milanese rispetto a quello romano, si sviluppa nella ricerca di città che siano dotate di trasporto su ferro sotterraneo classico e non leggero (esistente anche a Torino e Genova).
Linus ha così un barlume di cognizione citando Napoli per poi autosmentirsi dichiarando con espressione sufficiente «Forse Napoli? Ma non credo… non credo… c’è forse qualche trenino un po’ strano…». Finisce Linus e attacca Matteo Curti: «Loro hanno iniziato bene con il “Napoli-Portici”, i primi 11 km, e poi li sono rimasti». E sorrisi.

Seppure ancora in via di completamento, nessuno dei due conosce evidentemente l’esistenza della metropolitana di Napoli detta “dell’arte“, rientrante nel sistema dell’innovativo Metrò Regionale che ha vinto nel 2009 a Londra il premio Most Innovative Approach to Statione Development (Miglior approccio innovativo nello sviluppo delle stazioni) nell’ambito del “Metros 2009“, la più grande manifestazione internazionale sull’industria delle metropolitane, battendo le metropolitane di Londra e Varsavia. E le stesse stazioni ricevono continuamente premi per la loro bellezza e funzionalità man mano che si aprono al pubblico. Dunque, non è quindi un “trenino un po’ strano” ma una metropolitana modello nonostante ancora “work in progress”. Un metrò che attende lo splendore del terminal Municipio ricco di ritrovamenti archeologici della Napoli greca.
Alla fine della puntata ci pensa l’ascoltatore Marco da Botricello a richiamare alla realtà Linus (e Curti) che, associando la puntualizzazione all’oggetto della stessa, individua vagamente il paese nella zona della Campania. Qualcuno in regia gli dice che Botricello è in provincia di Catanzaro.
A Curti invece nessuno l’ha smentito, pur essendocene la necessità. La “Napoli-Portici“, di circa 7 km e non di 11, non è lo stato dell’arte dei trasporti napoletani perchè in epoca preunitaria la ferrovia fu prolungata fino a Castellammare mentre nascevano la Napoli-Caserta-Capua, e la Nola-Sarno. Poi, mentre il nuovo Stato cancellava i progetti borbonici, nascevano le funicolari, da quella del Vesuvio alle ben quattro urbane, proprio in concomitanza del primo passante ferroviario urbano d’Italia, ovvero l’attuale Linea 2 del metrò, datato 1925, che rappresenta il primo esperimento italiano di trasporto ferroviario urbano, ben prima di Roma e Milano. E ancora la Ferrovia Cumana, la Circumflegrea, la Circumvesuviana e l’Alifana. Fino ad arrivare addirittura al recente metrò del mare.
Nulla di grave, per carità. Non è che Linus e Curti siano esperti dell’argomento che debbano per forza sapere che in tema di trasporti Napoli è sempre stata all’avanguardia. Ma chi parla alla nazione in TV e radio è bene che si limiti ad esprimere opinioni o a snocciolare dati certi, onde evitare brutte figure. Forse è più “preoccupante” la battuta alla meneghina sui napoletani e sugli extracomunitari fatta da Linus il giorno seguente (clicca per ascoltare).

Napoli città di m…? Forse perchè qualcuno ci defeca.

Napoli città di m…? Forse perchè qualcuno ci defeca.

Furti a Cavani, Hamsik e Lavezzi. I tre tenori colpiti trasversalmente, e gli ultimi colpi giungono puntuali nei giorni delle partite contro Manchester City e Atalanta. E così, la città è andata di nuovo sotto la lente d’ingrandimento nella domenica calcistica. Promosse la “Domenica Sportiva” (RAI) e “Che Domenica” (Sportitalia), bocciato “Controcampo Linea notte” Mediaset.
In RAI, Paola Ferrari mostrava chiaramente il frutto dello scambio privato di pensiero col sottoscritto, pronunciando quanto cercato di farle capire con documentazione di casistica, e cioè che “accade ovunque”, mentre tutto il parterre si dimostrava obiettivo, con Fulvio Collovati che chiosava con un «Napoli è una città meravigliosa».
A Sportitalia ci pensava Emiliano Mondonico a evidenziare che quando allenava a Napoli la moglie non ha mai avuto alcun problema e ha invece potuto apprezzare la disponibilità dei napoletani che le facevano credito nei bar dei quartieri spagnoli quando si accorgeva di non avere soldi con se.
Noti dolenti invece a “Controcampo”, orfano di Abatantuono ricordato da una sagoma alle spalle di Cruciani che non perdeva occasione per fare la domanda del secolo all’ospite Schelotto: «Avresti paura di andare a giocare a Napoli?». La risposta: «Quello che succede al di fuori non conta, in tutte le parti del mondo succedono queste cose, non è una bella cosa ma capita».
È vero, capita anche altrove, come è vero che la ristrettezza cronologica dei tre fatti ai tre giocatori più rappresentativi può far pensare ad un disegno prestabilito. La vendita dei biglietti online e il contrasto del bagarinaggio possono significare qualcosa, ma non spetta a noi dirlo. Le rapine, a Napoli come altrove, sono ormai all’ordine del giorno a prescindere che si tratti di personaggi noti e loro familiari o di semplici cittadini. E questo da l’esatta dimensione di un paese in cui alle forze dell’ordine sono stati tagliati drasticamente i fondi con conseguente consegna del territorio alla micro/macro criminalità. E sparare su Napoli, come sempre, è esercizio antico quanto comodo che non è utile alla discussione del reale problema.
Resta la frase violenta della fidanzata di Lavezzi Yanina Screpante che è da prendere come uno sfogo di una persona shoccata, perchè di questo si tratta. L’unico errore è stato quello di esternarlo su Twitter, regalandolo agli strumentalisti dell’informazione, ovvero coloro che non riportano una notizia ma la danno in pasto all’opinione pubblica ricamandoci sopra e tirando fuori pedissequamente da Wikipedia il dato statistico dell’Istituto Meridionale delle Scienze Forensi che parlò di 88 omicidi nella provincia di Napoli del 2005, periodo in cui la faida tra il clan camorristico dei Di Lauro e gli “scissionisti” di Secondigliano provocò 50 morti in pochi mesi. Sono passati sei anni e quella faida si è placata, le statistiche si sono evidentemente modificate e l’ultimo dato dell’Associazione Nazionale Forze di Polizia riporta Milano e Roma come maglie nere dei reati, seguite da Torino e solo dopo Napoli. Dati del 2010, e quelli del 2011 inchioderanno Roma al triste primato, con più di 30 morti per le strade della capitale, cosa evidenziata anche dallo stesso De Laurentiis. Ho già scritto più volte che, dall’ultimo rapporto sulla criminalità del Ministero degli InterniNapoli è dietro Catania in quanto a numero di scippi in rapporto al numero di abitanti, ma se parliamo di borseggi è ben dietro Venezia, Roma, Firenze, Torino, Genova, Milano e la capofila del borseggio Bologna. Classifiche confermate anche da “Il Sole 24 Ore” che confermano il dato degli scippi e modificano quello dei borseggi a favore di Napoli e a sfavore di Milano che si prenderebbe lo scettro scalzando Bologna e Genova. Con ciò non bisogna nascondere i problemi di Napoli ma dargli certamente la giusta dimensione, e chi fa un discorso diverso è in malafede.
Premesso che è dunque comprensibile, lo sfogo di Lady Lavezzi pecca solo di stile è arriva da una persona che è comunque ospite in una città ospitale dove il suo compagno riceve soldi e fama. La vera vergogna sono i commenti di alcuni cittadini alla sua reazione impulsiva, gente non shoccata in quel momento che sosteneva la frase della malcapitata. È questo ciò che i napoletani devono temere più di furti e rapine.
Chiudo con la dichiarazione del filosofo Domenico De Masi, che non si capisce perchè quando si parla di Napoli spunti fuori lui che è nato in provincia di Campobasso, si è laureato a Perugia e vive a Roma. Non perchè ha fatto il liceo a Caserta e ha avuto un ruolo di assistente di sociologia all’Università di Napoli deve essere per forza considerato un pensiero napoletano. De Masi ha chiuso il suo intervento a Repubblica.it dicendo che i napoletani che vogliono un cambiamento vanno via. Ebbene, De Masi non rappresenta lo spirito di Napoli che non rappresenta rassegnazione; e la rassegnazione non rappresenta l’uomo.
Ricordo che il pericoloso “fujitevenne” di Eduardo fu smentito da Eduardo stesso con il suo “ha dda passà ‘a nuttata”. Delle due l’una… mettiamoci d’accordo.

videoclip: TRIBUTO A GIANLUCA GRAVA

videoclip: TRIBUTO A GIANLUCA GRAVA

Solo in casi “significativi” dedico un mio lavoro sulla tematica calcio ad un singolo giocatore, ma Gianluca Grava lo merita davvero perchè atleta corretto, amato dai Napoletani per il suo porsi mai sopra le righe, sempre nell’ombra fuori dal campo ma sotto i riflettori nel rettangolo di gioco.
Un calciatore sbocciato in tarda età, quando tutti lo davano per finito, chiamato ora all’ultima sfida della sua carriera.
Grava è, nello sport, l’esempio di uomo di sacrificio del Sud: la dimostrazione che col lavoro e la buona condotta è facile guadagnarsi la stima del prossimo.

guarda il video

Ammazziamo Pulcinella #10
LA MANIPOLAZIONE MEDIATICA CHE INFAMA I NAPOLETANI

Nel nuovo videoclip della serie “Ammazziamo Pulcinella”, è analizzata la manipolazione delle notizie da parte degli organi di informazione nazionali ai danni di Napoli e del Sud, pratica che provoca incalcolabili danni in termini sociali alla reputazione dei Napoletani e ai Meridionali perbene.
Napoli violenta, come Roma e Milano. Ma i Napoletani perbene non meritano di essere infamati. Anzi!