ESTADIO DEPORTIVO e il doppio senso su Napoli

ESTADIO DEPORTIVO e il doppio senso su Napoli
il direttore, contattato da RadioMarte, censura il titolo

Il Siviglia vince anche a Napoli dopo la valanga di goal alle squadre precedentemente incontrate in precampionato e il quotidiano sportivo “Estadio Deportivo” titola così: “Possono con tutti (anche con la camorra)”. Gioco di parole visto che camorra in spagnolo significa anche lite. Peccato però che anche la telecronaca spagnola per la tv tematica del Siviglia aveva più volte tirato in ballo la “camorra Napolitana”.
Gianni Simioli per Radio Marte predispone un contatto telefonico con il direttore del quotidiano che si scusa per aver esagerato e giocato sul doppio senso della parola.
D’accordo con Gianni Simioli, riprendiamo l’audio dell’intervento in sintonia con la filosofia di V.A.N.T.O. che fa della richiesta di scuse il miglior deterrente per chi si macchia di simili attacchi ai Napoletani, affinché non ci ricaschino. E infatti, dopo le scuse, sul sito di “Estadio Deportivo” viene modificata la prima pagina dell’8 Agosto dalla quale viene fatta rimuovere la frase ambigua.

La traccia audio è gentilmente concessa da Radio Marte per fattiva collaborazione dell’amico Gianni Simioli.

(video) Sentenza calcioscommesse: DONI E I BERGAMASCHI NON SONO NAPOLETANI

(video) Doni e i bergamaschi non sono Napoletani!
Bergamo nella vergogna, Napoli esempio di lealtà

«Noi non siamo napoletani, l’Atalanta è una società seria, non abbiamo i boss dietro la rete della porta noi»… quella frase pronunciata in diretta nazionale da un tifoso dell’Atalanta che non abbiamo dimenticato. Come avremmo potuto?
Amarezza a Bergamo per le sentenze di primo grado del processo sportivo ai protagonisti del calcio-scommesse. Da li si era levata la protesta in difesa del capitano Doni, con tanto di esponenti della Lega Nord ad alzare la voce e tifosi che davanti alle telecamere dichiaravano «noi non siamo napoletani, l’Atalanta è una società seria…». Frase sdoganata su tutto il territorio nazionale per la quale Gad Lerner dovette scusarsi due volte coi Napoletani, anzi tre Facebook compreso, dopo la denuncia vibrata di V.A.N.T.O.
Purtroppo, per i sostenitori atalantini, la giustizia sportiva non ha ravvisato irregolarità nella posizione del Napoli come fece in tempi non sospetti una certa stampa a cui non parve vero poter sbattere il solito mostro in prima pagina: il pregiudicato a bordo-campo e la storia della sua mancata esultanza al goal del Napoli, che invece ci fu eccome. Sembrano tempi lontani e invece è storia di soli due mesi fa.
Che i bergamaschi non siano Napoletani è legge di natura. Ma ora è chiarissimo che non lo siano i giocatori dell’Atalanta condannati in primo grado e lo stesso Signori che pure di Bergamo è. Se lo fossero, si sarebbero comportati come il napoletano Fabio Pisacane e ora non si starebbero nascondendo per la vergogna. Vero Giorgio Buffoni?

Giustizia sportiva è fatta, almeno per ora. Quella penale è altra cosa (e conosciamo l’infiltrazione delle mafie nel calcio), quella divina poi… è bello sapere che lassù qualcuno ci ama.

“The Economist” descrive il fallimento dell’Italia unita

“a Napoli prima grande monarchia e poi cricca politica”

Angelo Forgione – L’importante testata londinese The Economist ha pubblicato recentemente, sia su carta che on-line, un reportage firmato da John Prideaux e titolato “Oh for a new Risorgimento”, sulla situazione politico-economica d’Italia, mettendo in evidenza molti problemi della società italiana nell’anno delle celebrazioni del 150° anniversario di unità e certificando dal punto di vista estero il fallimento della nostra Nazione. Si analizza l’anomalia di un Paese in cui il Primo Ministro governa in coalizione con i secessionisti della Lega Nord “che accusano Garibaldi di non aver unito l’Italia ma di aver diviso l’Africa”. Anche la celebrazione a Sud può apparire desolante perchè – si legge – “nel 18° secolo Napoli era la terza città più importante in Europa dopo Londra e Parigi. Prima di essere accorpata all’Italia unita, era la città Capitale di una grande monarchia (gli inglesi lo sanno meglio degli italiani, e del resto “The Economist” nasce nel 1843, in piena crescita delle Due Sicilie, ndr) mentre ora è governata da una cricca di politici inetti. In questi giorni la città è famosa per i suoi cumuli maleodoranti di rifiuti non raccolti, come allora lo era per la baia e il vulcano che prima e dopo meravigliarono Goethe e i visitatori del Grand Tour”. Si fa poi riferimento al fenomeno editoriale italiano, il bestseller Terroni di Pino Aprile che fa luce sulle ombre delle truppe del Nord che presumibilmente “liberarono dalla dittatura” il Sud nel 1860, dove per dittatura si intende la stessa monarchia definita “grande” in precedenza.
Il reportage sottolinea che, a differenza di altri paesi che rivedono la loro storia senza però mettere in discussione l’Unità, in Italia è diverso e si avverte che le regioni che compongono il paese sono troppo diverse per essere fuse in una singola nazione, e che, di conseguenza, l’Italia come Stato ha radici poco profonde. Secondo questa linea di pensiero, la mancanza del consenso al progetto nazionale avrebbe portato alla debolezza delle istituzioni e del governo.
L’analisi del divario Nord-Sud sfocia nella constatazione che il Meridione è di fatto la più grande e popolosa area sottosviluppata nella “Euro-zone”. Prideaux sottolinea che “il rapporto intende sostenere che le cause dell’attuale malessere dell’Italia e il divario Nord-Sud risalgono a un’epoca più recente e non a 150 anni fa”, così come del resto ampiamente evidenziato da recenti studi del CNR (Malanima e Daniele), della BANCA D’ITALIA (Fenoaltea e Ciccarelli), dallo SVIMEZ e dell’ISTAT, oltre che dal Financial Times ultimamente.
”Tra il 2000 e il 2010 la crescita media dell’Italia, misurata in pil a prezzi costanti è stata pari ad appena lo 0,25% su base annua. Di tutti i Paesi del mondo, solo Haiti e Zimbabwe hanno fatto peggio”.
La chiusura del dossier è una condanna: “L’Italia è diventata un luogo che è a disagio nel nuovo mondo, timoroso della globalizzazione e dell’immigrazione. Ha adottato una serie di politiche che discriminano fortemente i giovani a favore degli anziani. A tutto ciò si aggiunge un’avversione per la meritocrazia che ha finito col far emigrare un gran numero di giovani talenti italiani all’estero. Inoltre, l’Italia non è riuscita a rinnovare le sue istituzioni ed è per questo che soffre di continui conflitti di interesse debilitanti nella magistratura, la politica, i media e business. Questi sono problemi che riguardano la nazione nel suo complesso, non una provincia o l’altra. A tutto ciò non ha giovato l’irrompere di Berlusconi al Governo. È giunto il momento per l’Italia di smettere di incolpare i morti per le sue difficoltà, di svegliarsi e prendersi un sorso di quel delizioso caffè che sa fare”.
Insomma, anche per il The Economist l’Italia è da rifare… per un nuovo Risorgimento. Non c’è dubbio, e sicuramente non potrebbe essere peggiore di quello precedente, che ad una grande monarchia del Sud ha sostituito una cricca di politici inetti. Di luci ormai l’Italia ne ha ben poche e c’è poco da salvare, peggio di così c’è solo da scavare il fondo. E lo diciamo senza alcuna esterofilia, anche perchè proprio da Londra è partito tutto questo sfascio.

Allarme Galliani, effetto De Laurentiis

Allarme Galliani, effetto De Laurentiis
l’atto di accusa ricalcato dal dirigente milanista

Gazzetta dello Sport del 4 Agosto: GALLIANI ALLARME, «Il calcio italiano da ristorante di lusso a pizzeria. Se andiamo avanti così ci passeranno anche i francesi, diventeremo i quinti d’Europa».
Tutti coloro che non guardavano oltre l’eccessiva scenata del presidente del Napoli alla serata della compilazione dei calendari hanno finito per non capirne il senso, pensando che parlasse solo per se e dipingendo De Laurentiis come il solito vittimista napoletano calato in una sceneggiata napoletana, ma ci voleva poco per capire che il discorso era più ampio e serio.
Da queste pagine il senso di quello sfogo era stato ampiamente sviscerato, evidenziando l’incalzare della Francia nel ranking UEFA a scapito di un’Italia in discesa libera. A distanza di una settimana è Galliani a lanciare l’allarme sulle pagine dei quotidiani sportivi, avvertendo che senza stadi moderni e con una mentalità provinciale si rischia di scomparire dall’elite del calcio internazionale.
Il calcio italiano comincia a interrogarsi su se stesso ma lo fa all’italiana, quando il problema è ormai cronico. La discesa del calcio italiano è cominciata 15 anni fa, non certo ieri. Avete presente la questione dei rifiuti in Campania?
E allora, siamo o non siamo delle “emme” come disse De Laurentiis? Il cui sfogo era in qualche modo diretto allo stesso Galliani che è uno dei dirigenti più in vista e quindi con la responsabilità di risollevare le sorti del nostro movimento; insomma, la differenza tra chi lancia l’allarme e chi invece alza la voce forse spiega il perchè Milan e Inter non si sono allineate alla protesta del Napoli.
Il calcio italiano ormai pizzeria? Consoliamoci noi partenopei, perchè una cosa è certa: la pizzeria pare essere sempre più Napoletana. E quando la pizza è Napoletana, hai voglia a cucinar risotti!

De Laurentiis: «Mi vergogno di essere italiano!»

De Laurentiis: «Mi vergogno di essere italiano!»
show eccessivo nei modi, giusto nella sostanza 

Angelo Forgione – De Laurentiis contro tutti alla formulazione dei calendari di Serie A 2011-12. Lo sfogo non è casuale e mette a nudo il pensiero del patron azzurro, negli ultimi tempi sempre più insofferente nei confronti delle componenti calcistiche italiane, e non solo calcistiche.
La fuga sullo scooter senza casco finale è un atto di sfida alle istituzioni, a tutti i livelli. E se i modi sono certamente sopra le righe, come nello stile istrionico di un uomo a cui piace il ruolo di protagonista, la sostanza del suo disappunto non può non essere condivisa alla luce del progressivo abbassamento di competitività del nostro calcio che fino a 10 anni fa era leader in Europa e ora, già sorpassato da Spagna, Inghilterra e Germania, rischia il 4° posto nel ranking UEFA a vantaggio della Francia. Colpa della fiscalità italiana sconveniente che ha allontanato i grandi calciatori dalla Serie A… colpa di chi non tutela i club che ci rappresentano in Europa pur avendone il dovere per ruolo e carica.
E così, mentre ci si accapigliava tra scandali e campanilismi vari, perdevamo un posto in Champions League. Nel frattempo, società e tifosi si misuravano nei recinti nazionali dentro stadi da terzo mondo, magari inseguendo posti in Europa League che poi puntualmente erano vanificati dalla sottovalutazione della competizione alla quale se una squadra arrivava ai quarti era già un miracolo, mentre negli anni ’90 era detta scherzosamente “Coppa Italia”.
La richiesta di De Laurentiis non era solo per tutelare il Napoli ma anche il Milan e l’Inter e il calcio italiano tutto, società alle quali evidentemente un simile discorso non interessa. Ecco perchè il presidente del Napoli ha ragione; noi italiani siamo minuscoli, mediocri! Infondo, sempre con la M iniziano le parole.

Caldoro risponde a Calderoli

Caldoro risponde a Calderoli e al populismo leghista
poi in versione tifoso: «il Napoli ci riempie di orgoglio»

Il Governatore della Campania Stefano Caldoro, in diretta coi cittadini il 25 Luglio, sempre più insofferente alle esternazioni degli alleati di Governo del leader del suo partito. Prima risponde alle dichiarazioni del Ministro della Semplificazione Calderoli («a Napoli mai un Ministero del Lavoro perchè non sanno di cosa si parla») confermando quanto osservato nella nostra risposta, poi  accusa gli sprechi del nord e infine conclude ostentando la sua fede azzurra.

Il direttore di ATnews offende e si nasconde

Il direttore di ATnews offende e si nasconde
dopo lo zabaione anti-Napoli, anche la maleducazione

Angelo Forgione – Ricorderete certamente dell’articolo di ATnews, portale di informazione online di Asti che aveva invitato invitato i turisti americani a non venire a Napoli per evitare il furto dell’orologio ma di preferire lo zabaione di Asti.
Dopo aver denunciato quell’articolo vergognoso e indicato l’indirizzo email del direttore della testata, reo di aver pubblicato una simile nefandezza, qualcosa di strano è accaduto: le email di protesta inviate non raggiungevano il destinatario mentre oggi quell’account è perfettamente funzionante. Manomissioni quantomeno sospette.
Ma uno dei primi ad aver provato a inviare protesta scritta non solo vi era riuscito ma ha anche ricevuto risposta che mi è stata girata e che riporto integralmente senza correzioni. Una risposta che conferma ancora una volta di che pasta sono fatti i nemici di Napoli e del Sud. Piccoli, minuscoli e sedicenti professionisti dell’informazione che tutto fanno tranne che un servizio alla propria gente. Pericolosi gestori di piccoli e inisgnificanti organi di stampa che certamente hanno una visibilità provinciale ristretta a decine di utenti, ma che se capitano sotto gli occhi di una sola persona è già un gran danno.

la protesta del nostro lettore:
Sono un Duosiciliano di Napoli e, con riferimento all’oggetto, vi informo che i vostri spumanti saranno banditi dalla mia tavola e farò di tutto affinchè anche i miei amici e parenti facciano la stessa cosa.
È evidente che la cosa sarà estesa a tutti i prodotti del nord!
In questo messaggio mancano i saluti; non è un errore dovuto al fatto che siamo ignoranti e monnezzari ma, semplicemente, perchè dei razzisti rozzi ed egoisti come voi non li meritano.

la risposta del “direttore” di ATnews o di chi per esso dal suo account di posta:
Asti Piemonte
In merito al messaggio in questione le rispondo, è chi se ne frega tanto lei al massimo conosce quattro terroni come lei, poi comunque a Napoli vi potete al massimo consolare con la pizza, siete alla frutta e tenetevi sta monnezza, napoli affonderà nella merda e voi insieme a loro, tarun! Viva il Nord abbasso i napuli
Viva i Savoia, Vesuvio accenditi
Camillo

controrisposta del lettore:
Camillo, sarà che voi storicamente avete poca dimestichezza con la lingua italiana, il tuo omonimo conte parlava infatti il francese, e a tal proposito vorrei farti notare che la e di “e chi se ne frega” è una congiunzione, non un verbo, e, quindi, va usata senza l’accento!
Probabilmente se ti fai qualche zabaione in più potrai avere l’energia per studiare un po’ di italiano e dire meno stupidaggini.
Come vedi, anche un “tarun” munnezzaro come me può insegnarti qualcosa!
Comunque, stai tranquillo, gli americani da voi non vengono perchè non avete assolutamente nulla!!!

videoclip: MATADOR CAVANI

videoclip: MATADOR CAVANI
tributo al bomber del Napoli

Proprio mentre sta per avviarsi la nuova avventura del Napoli, ho pensato di chiudere il ramo dedicato agli azzurri di questa intensa stagione di orgogliosa produzione multimediale pro-Napoli con un meritatissimo e richiestissimo tributo al protagonista del campionato che ha portato la banda Mazzarri in Champions League.
Un videoclip interamente dedicato al “Matador” Cavani e diviso in due parti. Nella prima, un mix di goal del bomber azzurro a ritmo latino-americano. Nella seconda, un concentrato di emozioni raccontato da tutte le più famose voci del San Paolo.
Buona visione!

 

ATTENZIONE: il video non è disponibile in molti paesi esteri per questione di diritti.
Per vederlo, inserire il ink http://www.youtube.com/watch?v​=0p4tDBk5P7g sul sito http://hidemyass.com/

dal Piemonte agli americani: «venite da noi, non andate a Napoli!»

Da Asti: «Americani, venite da noi, non a Napoli!»
un quotidiano online di Asti lancia lo sprezzante spot

ATnews.it è un piccolo quotidiano online della provincia di Asti dalle cui pagine è partito lo scorso mese uno stomachevole appello ai turisti americani: «Venite da noi, non andate a Napoli! C’è lo zabaione».
Un esempio di cattivo giornalismo connotato di razzismo e denigrazione che il codice deontologico della professione non prevede ma anzi condanna. «Cosa andate a fare a Napoli? Qui manca solo il mare, ma per il resto c’è proprio tutto. Nessuno farà caso all’orologio che portate e non ve lo ruberà – prosegue lo scritto – a costo di farvi fuori».
E vai con l’elenco dell’offerta astigiana fatta di colline, “accoglienza” e… aziende. Come se i turisti, da 300 anni, siano così folli da preferire il patrimonio paesaggistico, monumentale e gastronomico di quella gran Capitale di cultura che è Napoli alle aziende piemontesi. E infatti l’offerta, in quanto non convincente, termina con un consiglio di chi deve necessariamente infangare chi riesce ad attrarre nonostante i propri difetti: «Se proprio volete fare un giro a Napoli… togliete l’orologio!!».
Ma a conti fatti, perchè mai un turista americano dovrebbe preferire la sconosciuta Asti alla mondiale Napoli? Per lo zabaione! Si, proprio così… lo zabaione.
Individuare l’autore dell’articolo, inserito nella rubrica “eventi & turismo”, è tempo perso. Il buontempone di turno ha lanciato la pietra e ha nascosto la mano dietro lo pseudonimo “Bacco”. Ulteriore infrazione al codice deontologico.
Complimenti al direttore della testata che ha pubblicato un pezzo del genere, peraltro privo di firma. E complimenti, ancora una volta, ai piemontesi che per colpa dei ripetuti attacchi di simili personaggi fanno sempre la stessa brutta figura. E poi dicono che i “terroni” fanno le vittime.
I Napoletani saranno anche carichi di problemi da risolvere, ma quando ci saranno riusciti resteranno quelli più difficili da estirpare: il razzismo e la gelosia dei “fratelli d’Italia” verso quel territorio di conquista che furono le Due Sicilie.

clicca e leggi l’articolo su ATnews.it 

Per inviare protesta al direttore di ATnews:
direttore@atnews.it 

Dal Comune di Palermo la solidarietà meridionale

Dal Comune di Palermo mano tesa al Novara calcio
dall’Assessore Randi un messaggio pro-Napoli al nord

Angelo Forgione – Il Novara, appena promosso in Serie A, deve mettere a norma lo stadio “Silvio Piola” in vista della massima serie. Lo farà entro la fine di Agosto, ma per evitare inconvenienti da ritardi e garantirsi l’iscrizione al campionato ha chiesto e ottenuto la disponibilità del “Renzo Barbera” al Comune di Palermo. Un atto “pro forma” ma essenziale per dare le necessarie garanzie alla Lega Calcio.
L’Assessore alle Risorse Immobiliari Eugenio Randi ha colto l’occasione per lanciare un forte quanto condivisibile messaggio di solidarietà in un momento in cui le istituzioni festeggiano l’unità del paese senza però darne segni tangibili.
«La richiesta del Novara – ha detto Randi – ci ha un po’ sorpreso ma ci siamo messi subito a disposizione. Per noi la solidarietà nazionale è un valore. Peccato che lo stesso spirito non si veda quando si tratta di aiutare città del Sud in difficoltà come Napoli».

V.A.N.T.O. ha inviato  il seguente messaggio di ringraziamento all’Assessore Randi e al Sindaco Diego Cammarata.

Gentile Assessore Randi,
apprendiamo delle Sue dichiarazioni in merito alla disponibilità dello stadio “Barbera” concessa al Novara Calcio e La ringraziamo per aver sottolineato quanto la solidarietà e il soccorso tra le diverse parti del paese spesso e volentieri venga a mancare quando si tratta di offrirlo a Napoli e al sud, Palermo compresa.
Saluti.