Naples e Napoles, comunità omonime nel mondo
Un cordone ombelicale lega Napoli agli Stati Uniti e non è solo fama di canzoni, cibo e bellezze della città partenopea. Napoli è città italiana con molte omonime dedicate nel nuovo mondo, dove gli emigranti del periodo post-unitario si trasferirono per cercare fortuna.
Il caso più significativo è quello di Naples, città della Florida, fondata nel 1880 col nome della città partenopea per via del clima assolato e mite, del mare pescoso e della bellezza del posto paragonati al golfo di Napoli, anche se in realtà la conformazione geologica del luogo è ben diversa dalla Napoli originale. Vi si era trasferito l’ex calciatore Giorgio Chinaglia che curiosamente aveva giocato nell’Internapoli prima di diventare bandiera della Lazio, poi deceduto prima della partita Lazio-Napoli. Nel film statunitense “Stigmate” del 1999, c’è la scena in cui i due protagonisti si conoscono; un prete gesuita chiede ad una parrucchiera da dove viene. Lei risponde “Naples” riferendosi alla cittadina americana ma lui, sorridente, commenta in in italiano “la città più bella città del mondo” per poi ricevere chiarimento dell’equivoco.
Non solo la bella Naples sul mare, negli USA ve ne sono ben undici. Nel 1834, era già nata la città di Napoli nella contea di Cumberland nel Maine, nord USA. E poi la comunità di Naples nella contea di Boundary nello stato dell’Idaho composta da contadini e taglialegna in cui gli emigranti napoletani si trasferirono per costruire intorno al 1890 la prima ferrovia che attraversò la contea. Stesso nome per la Naples della contea Uintah nello Utah e per quella nella contea Ontario dello stato di New York dove, nella contea Cattaraugus c’è un’altra Napoli, stavolta chiamata all’italiana; e ancora, la Naples della contea di Clark in Dakota del Sud, la Naples nella contea di Scott in Illinois, la Naples nella contea di Morris in Texas e la Naples nella contea di Buffalo in Wisconsin.
Oltre gli USA, più a Sud vi sono Napoles in Messico, Bolivia, Colombia, Costa Riva, Ecuador, Messico e Filippine; e ancora Naples in Gambia.

Angelo Forgione – Ad Agosto l’avevano dato per spacciato; il Napoli era praticamente già fuori dalla Champions League ancor prima di giocare nemmeno una partita. Le cassandre della vigilia lo definirono “la Cenerentola” del girone più duro che l’urna dell’UEFA abbia mai formulato nella storia della competizione. Il meglio del ranking europeo: Spagna, Inghilterra, Germania e Italia, con due favorite quantomeno per le semifinali. Tutti a dire che gli azzurri sarebbero usciti con zero punti, senza neanche la consolazione dell’Europa League. E invece a zero c’è rimasto il Villarreal e il Napoli di punti ne è ha fatti ben 11, più del ricco Manchester City ma anche più dell’Inter (10) e del Milan (9) negli loro gironi meno impegnativi. E senza dimenticare anche la difficoltà del calendario, col Bayern Monaco incrociato alla terza e quarta giornata, nel cuore del percorso, quando anche i bavaresi dovevano ancora sudarsi il passaggio del turno e mentre il City se la vedeva col quasi rassegnato Villarreal.






Angelo Forgione – Nel giorno del 51° compleanno di Maradona, ho pensato per una volta di non creare ma di rispolverare e decodificare uno spot del 2007 della collana “Campionato io ti amo” (La Gazzetta dello Sport). 30 secondi ideati dall’agenzia pubblicitaria McCann Erikson che descrivono perfettamente la fierezza dei tifosi Napoletani, sostenitori di una squadra del Sud che ha vinto poco rispetto ai ricchi club del Nord ma che ha vestito con la sua maglia azzurra il più grande giocatore di tutti i tempi, capace tra l’altro di caricarsi di 

