Angelo Forgione e Daniele Bellini a “Top 5” (sintesi puntata)

Angelo Forgione e Daniele Bellini a “Top 5”
sintesi della trasmissione del 26 Luglio

Sintesi in tre parti della trasmissione “Top 5” su Radio Marte del 26 Luglio 2011 in cui Angelo Forgione si racconta a Daniele “Decibel” Bellini attraverso 5 brani musicali.
Una puntata all’insegna della Napoletanità, spaziando dallo sport alla cultura, fino al revisionismo storico con un’interessante parte finale che ha acceso il dibattito con i radioascoltatori.

Parte 1

Parte 2

Parte 3

Angelo Forgione Con Daniele “Decibel” Bellini a Radio Marte

“XG1” Forgione con “Decibel” Bellini su Marte
Martedì 26, ore 21:30, sulla radio più “azzurra” d’Italia

Stasera Angelo Forgione ospite alla storica trasmissione marziana “Top Five” di Daniele “Decibel” Bellini, speaker ufficiale dello stadio “San Paolo”, durante la quale si racconterà attraverso 5 canzoni. Nel corso della diretta non mancheranno parentesi dedicate a Napoli e al Napoli.
Ore 21:30 su Radio Marte, radio ufficiale del Calcio Napoli.
FM e streaming online su http://www.radiomarte.it

La clip dedicata a “Decibel” Bellini in versione stadio

Caldoro risponde a Calderoli

Caldoro risponde a Calderoli e al populismo leghista
poi in versione tifoso: «il Napoli ci riempie di orgoglio»

Il Governatore della Campania Stefano Caldoro, in diretta coi cittadini il 25 Luglio, sempre più insofferente alle esternazioni degli alleati di Governo del leader del suo partito. Prima risponde alle dichiarazioni del Ministro della Semplificazione Calderoli («a Napoli mai un Ministero del Lavoro perchè non sanno di cosa si parla») confermando quanto osservato nella nostra risposta, poi  accusa gli sprechi del nord e infine conclude ostentando la sua fede azzurra.

il Napoli ospite d’onore al Camp Nou di Barcellona

il Napoli ospite d’onore al “Camp Nou” di Barcellona
immediata certificazione di prestigio per il club azzurro

Angelo Forgione – Il Napoli torna in Europa, e con la squadra anche il nome della città viene associato ad eventi più consoni al suo rango diversamente da quanto accade per altre note e tristi situazioni. E ancor prima di giocare la massima competizione continentale, il sodalizio azzurro gode già a tutti gli effetti della considerazione dei maggiori club continentali. Lo dimostra l’invito ricevuto dai campioni d’Europa del Barcellona che hanno investito di prestigio gli azzurri invitandoli alla serata di gala del “Trofeo Gamper” dedicato al fondatore del club blaugrana, tradizionale e antico appuntamento estivo catalano. L’invito è di quelli che contano, non casuale. Al Gamper, il Barça invita solo squadre di rango, prestigio e grande richiamo internazionale.
La notizia è stata diffusa dall’emittente radiofonica catalana RAC 1 e ripresa dal “Mundo Deportivo” con un articolo in homepage titolato “El Nápoles, rival del Barça en el Joan Gamper” corredato da una foto dei tre tenori Cavani, Lavezzi e Hamsik, articolo di cui è riportata la traduzione:
Lo sfidante del FC Barcelona nel torneo “Joan Gamper” di questa estate sarà il Napoli, come informato da RAC 1. La notizia è stata confermata anche del club e gli uomini di Pep Guardiola si troveranno ad affrontare un club che, seppur lontano dai suoi fasti gloriosi, ha espresso uno dei migliori stili di gioco nella scorsa Serie A, concludendo al terzo posto in campionato. Nelle sue fila militano giocatori del calibro di Victor Ruiz, ex Espanyol, e del grande amico di Leo Messi, l’argentino Ezequiel Lavezzi.
In calce all’articolo, tanti messaggi di Napoletani e Catalani felici per l’evento. Si prevede già un esodo di massa dei tifosi azzurri al “Camp Nou” che non mancheranno di dar dimostrazione del loro calore anche e soprattutto fuori dai confini nazionali. Sempre in homepage, tra tante notizie di calcio spagnolo, quella della presentazione di Inler mascherato da leone.
Barcellona, Penarol, Siviglia, Panathinaikos… l’estate calcistica napoletana sarà infuocata; un vero antipasto al banchetto dell’elite internazionale. La dimensione giusta per Napoli, non solo nel calcio. Ora tocca alle istituzioni riportare Napoli al suo posto: in Europa.

Via Cesario Console, nuovo danno alla balaustra

Via Cesario Console, nuovo danno alla balaustra
dopo la denuncia, via le palme… e un nuovo scempio

Angelo Forgione – La settimana scorsa ero stato al belvedere di Via Cesario Console per un’intervista sulle condizioni delle aiuole e della balaustra crollata, fatto denunciato qualche giorno prima ed evidenziato da tv e quotidiani. Proprio quella sera, alcuni cittadini del “Presidio di Piazza del Plebiscito” a sostegno del sindaco Luigi De Magistris erano stati encomiabili nel recarsi sul posto per ripulire sommariamente le aiuole e sistemare della piantine al fine di restituire un minimo decoro ad un angolo incantevole e abbandonato della città. Ma non sapevano purtroppo che il loro sforzo avrebbe involontariamente fornito l’assist ai soliti vandali per fare un nuovo ingente danno.
Ieri, infatti, mi sono recato nuovamente sul posto per verificare le condizioni del sito dopo che l’Assessore Lucarelli mi aveva comunicato di aver accolto la segnalazione. Mi sono subito accorto che le palme morte causa punteruolo rosso sono state segate alla base e abbattute, come proposto, sperando che presto possano essere sostituite da nuovi alberi.
Ma mi è bastato girare lo sguardo sulla ormai martoriata balaustra di marmo che cinge l’area “verde” per notare il nuovo danno: i rami morti delle palme che le lodevoli persone del comitato pro De Magistris avevano sistemato da parte sotto la stessa recinzione, probabilmente infoltiti da altri recuperati dal taglio dei tronchi, sono stati dati alle fiamme per la solita bravata di chi non ha alcuna sensibilità e rispetto per la città. Il calore ha deturpato irrimediabilmente il marmo che, oltre ad annerirsi di fuliggine, si è frantumato lasciando evidenti frammenti a terra, tra i resti carbonizzati degli arbusti.
Le fotografie in basso sono più eloquenti di ogni descrizione ma non possono esprimere la sofferenza del sottoscritto.

guarda il crollo della balustra             guarda la videodenuncia

 

 

Traffico a Napoli? Meglio di Milano e Roma.

Traffico a Napoli? Meglio di Milano e Roma.
stilata la classifica delle città più trafficate in Europa

di Angelo Forgione per napoli.com

Sfatato un altro luogo comune: il traffico di Napoli non è poi così infernale. O almeno lo è meno di quello di altre metropoli europee. “TomTom”, leader mondiale nel settore della navigazione satellitare, ha rivelato i risultati di uno studio condotto per conto della Commissione Europea sulle metropoli più trafficate d’Europa per ritardo medio a causa del traffico, e la città partenopea risulta essere alla posizione numero 20, meglio di Milano (14) e Roma (18).
La classifica è stata stilata ricavando i dati sulla base delle velocità reali di percorrenza sulla rete stradale delle città di dimensioni superiori ai 50mila abitanti e con una rete stradale di oltre 200km. Le velocità sono state calcolate grazie ai rilevamenti anonimi registrati sui circa 40 milioni di apparecchi TomTom in circolazione, che vengono inviati quotidianamente quando gli automobilisti collegano il proprio apparecchio ai software gratuiti TomTom HOME e MYTomTom.
La città con più ingorghi d’Europa risulta essere Bruxelles che supera Varsavia e Londra, nonostante la “Congestion Charge” istituita per limitare la circolazione nel centro della Capitale britannica. Gli automobilisti belgi devono affrontare, quotidianamente, ritardi su oltre il 39% delle strade percorse a fronte del 27% di quelle di Napoli.
Il vero incubo per gli automobilisti si materializza proprio in Polonia, Inghilterra e Francia, mentre Spagna ei Paesi Nordici sono le nazioni in cui si viaggia con più puntualità.
Tra le prime 10 si posizionano infatti anche Breslavia, Manchester ed Edimburgo, in compagnia di Tolosa, Lione, Marsiglia e Parigi che fanno della Francia un vero e proprio incubo per gli automobilisti. Brutta media per i tedeschi che piazzano ben 14 centri urbani sui 50 in classifica, anche se il primo, Monaco di baviera, è solo alla posizione 25.
Nella Top 10 Italiana, invece, il nord piazza ben sei città (Milano, Genova, Torino, Bergamo, Bologna e Padova) contro due del centro (Roma e Firenze) e due del Sud (Napoli e Palermo).
La strada a scorrimento più lento d’Italia si trova a Palermo ed è Viale Regione Siciliana, nota anche come circonvallazione di Palermo. A seguire Via Francesco Cigna a Torino prima delle quattro strade-lumaca del milanese: Via Vittorio Veneto a Cassano d’Adda, Via Lunigiana, Via Porpora e Via Pontaccio a Milano. Presenti tra le 10 più trafficate anche Via Veneto e la Salaria a Roma, mentre nessuna strada di Napoli è nell’elite dell’ingorgo.
Una nota a margine che poco ha a che fare col dato tecnico: il grafico fornito da “TomTom” attribuisce ad ogni area geografica un’immagine caratteristica. Per l’Italia, a nord compare la pizza e al sud la pasta. Come dire che Napoli non è la città più trafficata d’Italia ma resta comunque quella che la rappresenta meglio all’estero, nel bene e nel male.

clicca sull’immagine per ingrandire


dal Piemonte agli americani: «venite da noi, non andate a Napoli!»

Da Asti: «Americani, venite da noi, non a Napoli!»
un quotidiano online di Asti lancia lo sprezzante spot

ATnews.it è un piccolo quotidiano online della provincia di Asti dalle cui pagine è partito lo scorso mese uno stomachevole appello ai turisti americani: «Venite da noi, non andate a Napoli! C’è lo zabaione».
Un esempio di cattivo giornalismo connotato di razzismo e denigrazione che il codice deontologico della professione non prevede ma anzi condanna. «Cosa andate a fare a Napoli? Qui manca solo il mare, ma per il resto c’è proprio tutto. Nessuno farà caso all’orologio che portate e non ve lo ruberà – prosegue lo scritto – a costo di farvi fuori».
E vai con l’elenco dell’offerta astigiana fatta di colline, “accoglienza” e… aziende. Come se i turisti, da 300 anni, siano così folli da preferire il patrimonio paesaggistico, monumentale e gastronomico di quella gran Capitale di cultura che è Napoli alle aziende piemontesi. E infatti l’offerta, in quanto non convincente, termina con un consiglio di chi deve necessariamente infangare chi riesce ad attrarre nonostante i propri difetti: «Se proprio volete fare un giro a Napoli… togliete l’orologio!!».
Ma a conti fatti, perchè mai un turista americano dovrebbe preferire la sconosciuta Asti alla mondiale Napoli? Per lo zabaione! Si, proprio così… lo zabaione.
Individuare l’autore dell’articolo, inserito nella rubrica “eventi & turismo”, è tempo perso. Il buontempone di turno ha lanciato la pietra e ha nascosto la mano dietro lo pseudonimo “Bacco”. Ulteriore infrazione al codice deontologico.
Complimenti al direttore della testata che ha pubblicato un pezzo del genere, peraltro privo di firma. E complimenti, ancora una volta, ai piemontesi che per colpa dei ripetuti attacchi di simili personaggi fanno sempre la stessa brutta figura. E poi dicono che i “terroni” fanno le vittime.
I Napoletani saranno anche carichi di problemi da risolvere, ma quando ci saranno riusciti resteranno quelli più difficili da estirpare: il razzismo e la gelosia dei “fratelli d’Italia” verso quel territorio di conquista che furono le Due Sicilie.

clicca e leggi l’articolo su ATnews.it 

Per inviare protesta al direttore di ATnews:
direttore@atnews.it 

Radio 24 insiste con Napoli

Radio 24 insiste con Napoli
continua il tiro al bersaglio nel palinsesto della radio

Da giorni il palinsesto di Radio 24 è riempito di Napoli, ma in senso negativo, non certo del suo immenso patrimonio culturale. Mentre Giannino continua a dire che è colpa di chi si offende se si offende per la sua invocazione del Vesuvio come soluzione estrema per “riformare” i Napoletani e a prendersela con “La Repubblica” con la quale evidentemente ha un conto personale aperto, la premiata ditta Cruciani&Parenzo prima intavola la puntata de “La Zanzara” del 1 Luglio dal titolo “Ci penserà il Vesuvio?” e poi, nella puntata del 4 Luglio va in conflitto con un radioscoltatore che viene invitato a bruciapelo da Parenzo ad andare a raccogliere l’immondizia di Napoli perchè discorde con le sue idee sul Ministro Alfano, per poi essere “liquidato” bruscamente da Cruciani. E dire che la telefonata era iniziata con grande cordialità.

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5 Luglio 1984, Maradona sale le scale del San Paolo

Angelo Forgione – Maradona è del Napoli! Queste le quattro parole che fecero il vorticoso giro del mondo il 30 Giugno del 1984.
Fondamentale la volontà politica e l’appoggio del Banco di Napoli, tredici miliardi e mezzo di lire al Barça, combattuto tra il desiderio di trattenere il più grande talento del calcio mondiale e la necessità di liberarsi di un campione ormai troppo ingombrante e piantagrane, insieme al suo folto clan. Tra altalenanti smentite e conferme, il Napoli riuscì a chiudere l’acquisto del grande campione solo pochi minuti prima della chiusura del calciomercato. Quando mancavano ormai solo poche ore al termine ultimo per il trasferimento dei calciatori stranieri, il Presidente del Barcellona, Josep Lluís Núñez, convocò il direttore sportivo azzurro, Antonio Juliano. Maradona non ne voleva proprio più sapere di restare nella gabbia della Catalogna, laddove aveva conosciuto razzismo e droga, e voleva Napoli, il luogo della liberazione. Era fatta! Juliano rintracciò Ferlaino e lo fece precipitare in Spagna. Cinque ore per andare e tornare dall’Italia con un jet privato, firmare il contratto e poi depositarlo in Lega oltre il tempo massimo. Il patron, complice una guardia giurata “amica”, aveva organizzato un gioco di prestigio, consegnando una busta vuota in Lega a Milano, nei termini previsti, per poi sostituirla con quella contenente le firme, apposte direttamente all’aeroporto. Quando Juliano comunicò il buon esito delle operazioni, Maradona si abbandonò ad un pianto di commozione: «Sono un bambino nato da poche ore», disse.
La notizia rimbalzò a Napoli in simultanea, poi in tutto il mondo. Guardavo la tivù, Canale 34, e lessi la notizia in sovraimpressione intorno alle 23:30. Tutte le emittenti campane ne diedero comunicazione ai telespettatori. In poco tempo Napoli si riversò in strada come se la sua squadra avesse vinto il tricolore, il primo. Due dei miei fratelli maggiori trascinarono me i miei 11 anni e 9 mesi nella vecchia Fiat 500 scoperchiabile di mamma. La scoperchiammo e iniziammo ad urlare e sventolare bandiere nel mare del popolo azzurro, dal Vomero al centro. Caroselli di automobili e moto strombazzanti dappertutto, agitazione forsennata e festante di bandiere e sciarpe. Io incredulo, stralunato. Via Toledo intasata da un fiume di corpi, lamiere, urla e colori. Sfociammo lentamente in piazza Trieste e Trento, alla vista dell’assediata fontana “del carciofo”. Mai avevo visto nulla di simile. Solo Pochi mesi prima avevo ricevuto il magico battesimo allo stadio San Paolo: Napoli-Udinese 2-1. Una mediocre squadra aveva evitato la Serie B per un rigore di Ferrario e un goal di Frappampina. Quelli erano i nomi, ma io non conoscevo quello di Maradona. Il calcio era per me l’eleganza di Platini, i gol di Boniek, Paolo Rossi e Altobelli. Avevo visto il numero 10 sulle spalle dello sfortunato Dirceu. All’improvviso, senza averlo mai visto dribblare e incantare, capii chi era e cos’era Diego, e cosa era Napoli.
Chi trascorreva la serata nei cinema, nei teatri e nei luoghi al chiuso, lontano dalle tivù, si ritrovò uscendone in un pandemonio, il primo della storia azzurra. Nessuno capiva cosa stesse accadendo, anche se lo intuiva. «C’ammo accattato a Maradona!», rispondevano gli interpellati ai più scettici, e nessuno rinunciò a tuffarsi tra la folla, ingrossandola a dismisura. Spuntò anche Il Mattino, appena sfornato in tutta fretta da via Chiatamone, sulla cui prima pagina spiccava a caratteri cubitali la grande notizia.
Soli cinque giorni dopo, el Pibe de Oro mise piede per la prima volta sul prato verde del San Paolo. Accorsero a dargli il benvenuto ottantamila persone deliranti e felici. 2000 lire il costo simbolico del biglietto. Un palleggio ed un tiro verso la porta, quella sotto la curva B, e l’entusiasmo azzurro si trasformò in tripudio. Diego salutò il pubblico partenopeo con un semplice: «Buonasera napolitani». Lo stesso saluto riservato al San Paolo il 9 Giugno 2005, l’ultima volta in cui ha messo piede su quel terreno di gioco, in occasione dell’addio al calcio di Ciro Ferrara.
Tre anni dopo il primo delirio di massa la città sarebbe esplosa per il primo Scudetto. Ma in realtà la festa era la seconda.

(immagine: Salvio Capasso)

Oscar Giannino propone l’eruzione del Vesuvio

Oscar Giannino propone l’eruzione del Vesuvio
i problemi di Napoli non vanno risolti, va risolta Napoli

Continuano gli attacchi alla comunità Napoletana e in questi giorni si moltiplicano da più fronti. Ora è la volta di Oscar Giannino, giornalista economista che ha saputo lanciare all’utenza della solita Radio 24 un messaggio deplorevole, seppur smentendosi immediatamente dopo averlo pronunciato. Come ai tempi di Bertolaso, si torna a invocare il Vesuvio.
Mentre i rifiuti tossici illegali continuano ad essere sversati in Campania, la solidarietà verso i Napoletani è negata ad ogni livello. E nel frattempo politici e giornalisti si comportano all’italiana, non proponendo soluzioni serie ma puntando il dito e colpevolizzando Napoli, offendono un’intera comunità che soffre e subisce da 150 anni.
Se l’illegalità è diffusa nel sud, come lo è, è perchè lo Stato lascia campo libero alla malavita. Dobbiamo per forza tornare a raccontare quando e perchè le mafie hanno preso il sopravvento al sud? Risparmiamocelo, almeno stavolta.

per proteste, indirizzare a:
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