Cruciani insultato in diretta. Napoli è contro la volgarità!

Cruciani insultato in diretta. Napoli è contro la volgarità!
l’insulto equivale alla sirena, ognuno a suo modo fa male a Napoli

In relazione ai volgari insulti ricevuti da Giuseppe Cruciani in diretta da parte di un telespettatore in collegamento telefonico da Pozzuoli (NA), è da stigmatizzare l’atteggiamento dello stesso che non rappresenta assolutamente i Napoletani civili.
Già da questo movimento in passato sono state stigmatizzate alcune esternazioni su Napoli e il Napoli intrise di prevenzione e incultura da parte del Cruciani sia in ambito sportivo (da “Controcampo” di Mediaset) che in ambito storico e più ampiamente sociale (da “La Zanzara” su Radio 24). Ma non è con la maleducazione che si ottiene il rispetto. Con l’aggressione verbale, un qualsiasi concetto evidente finisce per non essere affermato affatto. Anzi!
Il malcostume procura solo danno, a chi ha torto ma anche a chi ha delle ragioni da esprime e che invece non le esprime affatto. E in virtù di ciò, il suono della sirena insistente che zittisce chi parla (e dice cose certificate dai documenti degli archivi storici) denigrando la storia di un intero popolo non è assai meno volgare di un insulto.
Non solo i Napoletani veri ma ogni uomo non può non dissociarsi dai modi del signor Schettino da Pozzuoli. Le scuse competono al colpevole dell’errore, a noi non resta che dissociarci. Ma le vogliamo porgere ugualmente, come non ha fatto Cruciani quando ha offeso la grande storia di Napoli approfittando della sua posizione di forza dai microfoni di Radio 24, evitando il contraddittorio e rincarando la dose dopo proteste e richieste di confronto ignorate. Sia Cruciani che il telespettatore Schettino fanno male a Napoli, chi rendendosene conto e chi no.

Angelo Forgione
Movimento V.A.N.T.O.

National Geographic: Napoletani ladri, ma sono attori

le statistiche dicono che “i re del borseggio” in Italia sono al Nord

Angelo Forgione – È bufera per il preannunciato speciale dal titoloNapoli i re del borseggio” che il National Geographic Channel (bouquet SKY) ha prodotto e che sarà mandato in onda Domenica 25 Settembre alle 21:55. La verità è che il documentario non è reale ma a tutti gli effetti “taroccato”; il National Geographic si sarebbe avvalso del lavoro di veri e propri attori professionisti per inscenare finti borseggi e scippi. A confermarlo è Roberta Inarta, direttrice della “Scuola di Cinema di Napoli”, che ha dichiarato: “L’anno scorso siamo stati contattati dal National Geographic Italia per fornire attori e operatori di ripresa per un documentario da girare; abbiamo trovato la richiesta in linea con il nostro metodo e piuttosto prestigiosa. Ma in questi casi – continua la direttrice – non abbiamo controllo preventivo sulla sceneggiatura. Stante l’autorevolezza del nome National Geographic – continua Inarta – e l’autonomia di ogni progetto, se avessimo conosciuto le finalità di questo, avremmo opposto un rifiuto ad un uso stereotipato della nostra città. Infatti abbiamo condotto la produzione in posti splendidi della città pensando di reclamizzarne le eccellenze paesaggistiche, mai intuendo che tali panorami potevano prestarsi ad una folcloristica rappresentazione della stessa”.
Insomma, si tratterebbe di una vera e propria marchetta, l’ennesima ai danni di Napoli, l’ennesimo stupro alla città usata a scopi commerciali con ulteriore carico di “criminalizzazione” che ricade sulla sua intera comunità.

Il claim del documentario è tutto un programma: “A Las Vegas, Bob Arno meraviglia il suo pubblico con il suo numero di borseggio, ma non ha mai incontrato un vero ladro con il quale comparare le sue abilità. Fino a quando Bob ci porta a Napoli!”. Produzione controversa che già sta scatenando polemiche, e già si dovrebbe partire dal titolo. Napoletani re del borseggio? Macchè! Senza voler minimizzare un problema che è reale, non è neanche giusto ingigantirlo; e allora leggiamo dall’ultimo rapporto sulla criminalità del Ministero degli Interni che Napoli è dietro Catania in quanto a numero di scippi in rapporto al numero di abitanti, ma se parliamo di borseggi (quelli chiamati in causa dal National Geographic) è ben dietro Venezia, Roma, Firenze, Torino, Genova, Milano e la capofila del borseggio Bologna dove evidentemente  si trovano i veri “re del borseggio”.
Pressoché identiche le classifiche de “Il Sole 24 Ore” che confermano il dato degli scippi e modificano quello dei borseggi a favore di Napoli e a sfavore di Milano che si prenderebbe lo scettro scalzando Bologna e Genova. Se poi consideriamo che il soggetto parte da Las Vegas, potremmo citare le statistiche di borseggio e scippo di tutto il mondo. Evitiamo.

Sherin Salvetti, direttore di National Geographic Channel Italia, ha risposto alle proteste con un comunicato stampa in cui è scritto che il documentario “non ha voluto e non vuole affatto criminalizzare Napoli e i suoi abitanti. Né identifica la città partenopea con il borseggio: fenomeno che, come viene ricordato nel documentario, è presente anche in tante altre località del mondo”. Difesa flebile, perchè se non è Napoli a voler essere identificata con il borseggio, la produzione avrebbe dovuto riguardare tutte le città a rischio senza “incoronare” quella partenopea con un titolo e con un soggetto monotematico.

Comunicato Stampa del Movimento V.A.N.T.O.
Il National Geographic cancelli immediatamente dalla programmazione l’ennesima marchetta ai danni di Napoli e dei Napoletani tutti.
Senza vittimismi e ridimensionamenti di fenomeni comunque esistenti, si tratta di un documentario FALSO in buona parte realizzato con attori professionisti, che incorona i Napoletani come “re del borseggio” a dispetto delle statistiche del Ministero degli interni che dicono che i re del BORSEGGIO sono i bolognesi mentre quello dello SCIPPO i catanesi.
Il Movimento V.A.N.T.O. esprime sdegno per l’ennesimo attacco mediatico che sta per essere sdoganato da un network internazionale.

Un giglio dedicato a “Malaunità”

Un giglio dedicato a “Malaunità”
Martedì 20 Settembre, serata identitaria a Barra


Martedì 20 settembre, ore 21.30, via Mercalli, Barra (Na), serata identitaria per presentare il giglio “150 anni di cultura unita” che sfilerà alla festa dei Gigli.

Dibattito e presentazione del libro “Malaunità” con Gennaro De Crescenzo (Associazione Neoborbonica), Angelo Forgione (Movimento V.A.N.T.O.), Eddy Napoli (artista), Ciro Esposito (responsabile del progetto).
Presenta la serata Ciro Giustiniani (Made in Sud). A seguire il teatro dei “Due per Duo” (Made in Sud, Colorado Cafè).

Quando qualche mese fa le note e le parole di “Malaunità” iniziarono a girare nella mia mente, l’augurio che gli facevo era quello di farsi sentire, il più forte possibile, nelle piazze e tra la gente perché “Malaunità” è un grido necessario di rabbia e di amore. Rabbia per quello che è stato 150 anni fa (e che nessuno ci ha raccontato mai bene), amore per una terra ed un popolo ignorati e umiliati da troppo tempo. Ecco perché quando mi è arrivata la richiesta di presentare il nostro libro a Barra dopo la caratterizzazione musicale e scenografica di un giglio, sono stato contento: la festa dei gigli di Barra è una delle poche feste popolari rimaste a Napoli e quelle note e quelle parole si faranno sentire, forti e chiare, nei vicoli del quartiere. Uno squarcio di verità storica in un momento di festa. Appuntamento, allora, a Barra.
Eddy Napoli

Dopo la bufera, intervista-confronto con Luca Serafini

Dopo la bufera, intervista-confronto con Luca Serafini
«La vera immondizia è la politica. Quella di Napoli è vergogna italiana. Ho sangue sudista, sono avvilito»

di Angelo Forgione 

L’editoriale di Luca Serafini, col quale il giornalista di Mediaset ha motivato politicamente il mancato acquisto da parte di Berlusconi del calciatore Hamsik, abbandonato nella Napoli dell’immondizia, ha scatenato una bufera per via di alcune espressioni sulla città di Napoli e sul presidente De Laurentiis, sgradite al popolo azzurro. Siti, radio, blog, gente comune, tutti contro Serafini.
Come già scritto, non c’era da offendersi perchè non si trattava di razzismo ma di semplice peccato di presunzione nel considerare un calciatore del Napoli acquistabile semplicemente per volontà. Purtroppo la querelle è trascesa e sono piovuti su Serafini insulti e minacce per via diretta tramite Facebook, nonostante avesse comunque riconosciuto l’errore di essersi espresso con termini incauti. La maleducazione e l’inciviltà non appartengono ai veri Napoletani, e superano ogni presunzione o razzismo. Il perseverare nella protesta facendola degenerare, utilizzando Facebook non come una risorsa di confronto ma come un luogo in cui poter sfrenare ogni istinto, è pratica poco intelligente per chiunque pretenda di affermare le proprie ragioni.
Ho deciso di contattare Luca Serafini, argomentando sulle mie riflessioni al suo editoriale e ponendogli qualche domanda su temi calcistici e non che coinvolgono i punti di vista di Sud e Nord, dal razzismo negli stadi al potere mediatico del nord,  in un confronto cordiale e civile che facesse meglio venir fuori il suo pensiero e si chiarisse una volta e per sempre che, come già detto a caldo, non c’era da parte sua razzismo e volontà di offendere i Napoletani. Preciso che è il mio punto di vista personale che non vuole rappresentare quello di nessun altro. 

A.F.: Serafini, se me lo consenti ci diamo del tu perchè siamo colleghi. Mi perdonerai se il mio punto di vista è da sud, ma non posso perdere l’occasione per confrontarmi con un collega giornalista d’esperienza del nord. Leggendo l’editoriale che ha scatenato l’inferno a Napoli, è chiaro che non c’è razzismo, anche se l’accusa che ti è stata mossa è questa. Ti sei però reso conto che traspare una sorta di presunzione che ha dato fastidio ai Napoletani?

L.S.: Presunzione? Non lo so. Io ho scritto che quella di “abbandonare” Hamsik è stata una scelta politica di Berlusconi: in un momento di emergenza per l’immondizia e con un fresco sindaco avversario nello schieramento, ha preferito non fare una scelta impopolare. Mi hanno rinfacciato il fatto che il Milan non lo abbia preso perché troppo caro: può darsi, a me risulta che il Milan su Hamsik l’investimento lo avrebbe fatto, poi ognuno può credere a quello che vuole. L’espressione è stata infelice, ho chiesto scusa. Due volte. Non è bastato nemmeno questo: “un grande professionista non può sbagliare a scrivere”, “ti hanno imposto di chiedere scusa dall’alto”. Mi dispiace, ma io non voto per Berlusconi e non ho mai votato per lui: non sono questi gli ordini che prendo dall’alto. E’ vero che sono a SportMediaset dal 1986: per me è un vanto, non una vergogna. 

A.F.: Il popolo di Napoli è scottato da 15 anni di emergenza rifiuti, e toccare certe tematiche è ormai diventato delicato, soprattutto per i troppi che non capiscono che il Napoletano è vittima, non colpevole. Esprimi con sincerità il tuo pensiero sulla questione, tu che sei stato corrispondente per il Mattino e i Napoletani li conosci abbastanza.

L.S.: Il popolo italiano è scottato da decenni di emergenza rifiuti: la politica! L’immondizia è in televisione, negli spot pubblicitari, nel gossip, in internet, ovunque, è un nemico che ci insidia in ogni vicolo. Bisogna che gli italiani e i napoletani si convincano che a bruciare la monnezza ci dobbiamo pensare da soli. Ho sentito in Luglio un’intervista su Radio Rai al sindaco di Napoli, il giorno dopo il suo primo incontro a Roma con Berlusconi sul tema dell’immondizia: spero che il problema sia in via di risoluzione, così come lui auspicava. E’ una vergogna italiana, non napoletana.

A.F.: Nell’editoriale hai usato l’aggettivo “invasato” per descrivere De Laurentiis, senza però motivarlo. È chiaro che ti riferivi all’estate calda del presidente, ma non credi il patron azzurro, con tutti i suoi difetti, sia comunque un bene per il calcio italiano e non un male in questo momento in cui c’è bisogno di rinnovamento?

L.S.: De Laurentiis a mio avviso è vittima della sindrome della popolarità. Funziona così: produci film di successo da due generazioni, vinci Oscar, ma pochi sanno chi sei, ti riconoscono. Diventi presidente di una squadra di calcio e ti intervistano tutti i giorni. E’ vero che mi sembra un po’ invasato, nei toni e nei modi, in questo modo rischia di avere torto anche quando ha ragione. Quando parla di complotti, aizza le folle e sa che non è vero. Se so che a un tavolo sono seduti dei bari, io non mi ci siedo a mettere a rischio i miei soldi. 

A.F.: La rivalità tra Napoli e Milan si sta accendendo come negli anni 80 in vista della prossima stagione e la squadra partenopea sta offrendo l’opportunità di liberarsi da una sorta di “professata superiorità” del nord che non si può negare, non solo nel calcio. Senza retorica, come pensi che i Napoletani possano riscattarsi anche oltre il calcio?

L.S.: Questo è quello che ha scagliato tanta rabbia contro di me in queste ore. È un vittimismo strisciante, costante. Da cosa si devono riscattare i napoletani? E perché? Quando avevano la squadra più forte d’Italia, hanno vinto scudetti e coppe e nessuno li ha boicottati. In quegli anni io scrivevo per “Il Mattino”, ho conosciuto e lavorato con colleghi napoletani ai quali sono legatissimo, ho vissuto da testimone sfide meravigliose e mai nessuna di quelle sfide fu decisa da questioni arbitrali o di palazzo. La vicenda delle 100 lire in testa ad Alemao fu l’unica polemica, ma il Milan era arrivato bollito a fine stagione e comunque si consolò con la Coppa dei Campioni.

A.F.: Questo è il mondo di internet, dove ciò che viene posizionato sul web è monitorato oltre il proprio recinto. Tutto questo evidenzia anche gli errori della televisione. Voglio dire che il potere mediatico di Milano, rispetto a Napoli che non ha neanche un’emittente nazionale, è vissuto male dai Napoletani che sentono parlare prevalentemente delle tre grandi storiche, a scapito anche dei giornalisti che, non avendo un contatto diretto col pubblico, perseverano nell’errore. Sportitalia, ad esempio, è l’unica redazione sportiva che tratta nord e sud allo stesso modo e i meridionali stanno migrando li, ne va preso atto. “Controcampo” è inviso ai Napoletani da quando Cruciani fa trasparire una certa antipatia per Napoli sia da quel pulpito che da Radio24. Non credi che anche le TV del nord debbano rivedere il loro modo di fare per non dividere anche sportivamente la nazione e perdere consensi?

L.S.: Ho lavorato 26 anni con Maurizio Mosca e grazie a lui ho imparato, tra le tante cose, che il calcio italiano non è solo Milan, Inter e Juventus. D’estate da anni, con grande entusiasmo e passione, seguo i ritiri estivi di Lazio e Fiorentina in particolare, ma anche Bari, Genoa, Bologna, Parma, Siena… Tu dici Nord contro Sud: ma lo vedi cosa succede tra i tifosi di Brescia e Atalanta? Tra quelli di Roma e Lazio? Verona e Vicenza? Genoa e Sampdoria? Foggia e Taranto? Non credi che il campanilismo spacchi l’Italia in mille pezzi e non solo in due tronconi? La cultura dovrebbe arrivare dalle scuole, dalle televisioni, dai giornali. Invece non sappiamo nemmeno difendere il nostro Crocifisso nelle aule, invece celebriamo Corona, invece ci insultiamo e ci ammazziamo per il pallone. E’ una strada lunga, incidenti come quello in cui sono incappato io non aiutano a crescere purtroppo. Quanto a Cruciani e alla faziosità dei programmi sportivi di Mediaset, sono di parte, ma vivendo la quotidianità della redazione non posso davvero assecondare la tesi di anti-napoletanità o anti qualsiasi altra cosa. Viviamo di pubblicità, ascolti e di abbonati, anche solo per opportunismo non converrebbe a nessuno essere faziosi, a Cologno.

A.F.: In chiusura, ti chiedo come si possa fare in modo che Napoli e Milan, primarie realtà calcistiche del Sud e del Nord del paese, e tutti gli addetti ai lavori che vi gravitano attorno, possano distendere le piazze e, perchè no, fare in modo che i milanisti, la cui squadra uscì tra gli applausi quella domenica del 1988, non cantino più “colerosi, terremotati, forza Vesuvio” che è coro razzista mai sanzionato nonostante le norme della FIGC, e si dovrebbero sospendere le partite, senza che sia stigmatizzato da nessuno come se fosse un normale sfottò?

L.S.: Anni fa ho scritto un libro per la “Sperling&Kupfer”, con un titolo infelice (scelto da loro: come vedi le espressioni infelici capitano a tutti): “Il libro delle liste sul calcio”. Titolo terrificante. Era un condensato di curiosità, aneddoti, stravaganze del calcio e un capitolo era dedicato a quei cori offensivi e a quello contro i napoletani in particolare. Ad oggi, se non ricordo male, gli arbitri hanno sospeso una partita solo per uno striscione contro Collina. Le corporazioni in Italia sono un’altra piaga da cui non ci riusciamo a liberare. Per quei cori come per le violenze che vengono perpetrate negli stadi a tutti i livelli, vale sempre lo stesso concetto: le leggi ci sono, bisognerebbe applicarle con severità.

A.F.: Partita sospesa anche per razzismo contro Eto’o a Cagliari dopo le ire di Moratti per l’accanimento contro Balotelli, come dire che i neri sono tutelati e i Napoletani no, ma potremmo discuterne a lungo e ad ogni modo la tua risposta è buona comunque. Grazie Luca, ci vediamo a Napoli-Milan. Credo che la polemica si possa chiudere serenamente qui. I Napoletani sono focosi ma sanno anche dimenticare quando capiscono che non c’è cattiva intenzione e premeditazione.

L.S.: Grazie a te. Mi hanno accusato anche di passare da carnefice a vittima per i toni successivi all’editoriale incriminato, sinceramente confesso che questa polemica così violenta mi ha amareggiato e avvilito. Ho sangue sudista, ho amici, tanti, e colleghi napoletani nel cuore come Carratelli, Coppola, Esposito, Iavarone, Auriemma, mi conoscono di persona e sanno che uno dei ricordi più belli della mia vita professionale, è quella foto che questa estate mi ha taggato su Facebook un milanista: avevo 25 anni e premiai in campo al San Paolo Diego Maradona per il “Supergol dell’anno”. Raccontandolo, sono ruffiano e leccaculo anche adesso, probabilmente. Ma almeno questa volta nei confronti dei napoletani e non di Berlusconi. Grazie a te per la grande, civile opportunità che mi hai concesso.

Forgione e Eddy Napoli a colloquio con De Magistris

Forgione e Eddy Napoli a colloquio con De Magistris

proposte e progetti consegnati al sindaco

Angelo Forgione, in compagnia del cantautore Eddy Napoli, a Palazzo San Giacomo oggi per incontrare il sindaco De Magistris. Inizialmente prevista anche la presenza dell’attore Simone Schettino, poi annullata per problemi personali.
Idee chiare, proposte, segnalazioni e progetti consegnati al sindaco. Tre plichi ben corredati di notizie e idee:

un primo fascicolo inerente a 10 proposte per il rilancio della città di Napoli attraverso la valorizzazione dell’autentica cultura Napoletana (leggi il fascicolo consegnato al sindaco), oggi sotterrata dai problemi in cui i detrattori della città speculano.
Un altro fascicolo, ricco di documentazioni fotografiche dei più eclatanti attentati al patrimonio monumentale già trattati in denunce recenti e passate sulle quali ci si è soffermati in una breve discussione culminata con una foto degli orologi rossi “da fast-food” nel centro storico UNESCO di Napoli, il più grande d’Europa, di cui è stata fatta richiesta di rimozione per un taglio simbolico ma deciso con la vecchia amministrazione. Significativo il ghigno di De Magistris alla vista della foto.
Nell’ultimo fascicolo, un interessante progetto che per ora bolliamo come “TOP SECRET”, una dimostrazione d’amore spontanea per la città sul cui contenuto non si è voluto accennare neanche ai giornalisti che all’esterno della sala hanno indagato sui contenuti dell’incontro. 
Al sindaco è stato donato il libro-dossier “Malaunità, 1861-2011 150 anni portati male“, uno dei pilastri editoriali del meridionalismo contenente un capitolo di Forgione e un CD con due canzoni a tema di Eddy Napoli.
A fine incontro, De Magistris ha fatto trasparire interesse per le proposte, come poi confermato ai microfoni del suo staff di comunicazione sul web commentando gli incontri tenuti. In attesa di riscontri.

Floridiana riaperta, ma condizioni allarmanti

Floridiana riaperta, ma condizioni allarmanti
apertura bluff, condizioni di sicurezza inesistenti

Dopo il sit-in di protesta del 26 Marzo contro la chiusura della Villa Floridiana, Sabato 16 Aprile i rappresentanti di alcune associazioni e movimenti cittadini si sono ritrovati al cancello del parco dopo che la data di riapertura fissata per il 15 Aprile non era stata rispettata.
Si è così constatato che il sito era stato riaperto in quelle ore. Angelo Forgione (V.A.N.T.O.), Antonio Pariante (Portosalvo), Gennaro Capodanno (Valori Collinari) e Maria Teresa Ercolanese (Residenti Piazza Fuga) hanno quindi verificato le condizioni del parco che sono risultate veramente pessime e in evidenti condizioni di sicurezza non garantita.
Molti gli alberi tagliati senza un ripristino delle aree interessate dai lavori, diversi i viali transennati così come tutta l’area del Belvedere e privi di un efficiente servizio di vigilanza, auto stranamente parcheggiate nelle stesse aree interdette laddove erano presenti allegramente anche bambini e ragazzi. Questo lo scenario che si è presentato.
Angelo Forgione è scioccato: «Mai vista la Floridiana in simili condizioni di degrado. L’apertura è un evidente bluff ed è probabilmente funzionale alla mostra delle “Porcellane del Museo Marton” inaugurata, guarda caso, proprio nella giornata della riapertura. Il parco è di fatto da chiudere perchè non sussistono le condizioni di sicurezza, quanto meno per i bambini».
Sconcerto anche per Maria Teresa Ercolanese e Antonio Pariante che definiscono la riapertura  «un azzardo del Comune che ha rappresentato un vero e proprio attentato alla pubblica incolumità dove mamme e bambini hanno rischiato di farsi male seriamente».
Gennaro Capodanno è invece certo che il parco richiuderà ben presto dal momento che sussistono i problemi che il mese scorso determinarono la decisione di sbarrare i cancelli, vale a dire i problemi di sicurezza. «Con le altre associazioni – dice Capodanno – concorderemo ulteriori iniziative tese a restituire nella piena ed efficiente funzionalità l’intero parco».

 



Comunicato Stampa congiunto: Boicottaggio di IKEA per lo spot “anti-meridionale”

Comunicato Stampa congiunto
Movimento V.A.N.T.O. e Movimento NEOBORBONICO promuovono il boicottaggio di IKEA
per lo spot “anti-meridionale”

i meridionali civilizzati da ikea


Il Movimento V.A.N.T.O. (Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela dell’Orgoglio) e il Movimento Neoborbonico hanno promosso il boicottaggio di Ikea dopo la trasmissione del nuovo spot, al fine di difendere la dignità dei meridionali ed in particolare dei napoletani e dei siciliani.

Nello spot in questione, infatti, sono riprodotti tutti i luoghi comuni più abusati ai danni dei “soliti meridionali” ritratti come mafiosi o camorristi, assassini, volgari e rozzi che, in questo caso, però, sarebbero in grado di correggere i loro comportamenti grazie all’acquisto di una cucina della famosa azienda svedese (leggi la recensione).

Al di là della ovvia lettura ironica, è evidente che i meridionali non possono più accettare offese gratuite e inutili dopo decenni di diffusione di un razzismo sempre più utilizzato e tollerato non solo nel campo cinematografico o televisivo.

I numerosissimi interventi pervenuti in poche ore sul sito dell’Ikea, sulla pagina facebook di Ikea Italy (link allegato) e sul canale youtube della stessa azienda (link allegato) dimostrano che la sensibilità verso certi temi negli ultimi anni è notevolmente aumentata e il Sud, sempre meno rappresentato e difeso a livello politico ed economico, non è disposto più a tollerare ulteriori offese a livello culturale.

Le campagne di boicottaggio sono uno strumento democratico sempre più efficace ed affermato non solo in Italia.

Di fronte alle prossime sfide federalistiche, è necessario ritrovare un orgoglio nuovo che può passare anche attraverso il boicottaggio di aziende che offendono l’immagine dei loro (tanti) clienti meridionali.

E’ stata, infine, inoltrata istanza di verifica al “Giurì” dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria.

Ufficio Stampa
Mov. V.A.N.T.O.: 347 4781986
Mov. Neoborbonico: 347 8492762

Pagina facebook Ikea Italia con commenti
http://www.facebook.com/home.php?sk=group_188244564537111#!/IKEAItalia/posts/199517690082081

Video Ikea su canale Youtube con commenti
http://youtu.be/QUn1BZWymOM

recensione sul blog del Movimento V.A.N.T.O.
https://angeloxg1.wordpress.com/2011/04/06/spot_ikea/

A NAPOLI, CONTROCELEBRAZIONI DEI 150 ANNI D’UNITA’ D’ITALIA

Controcelebrazioni dei 150 anni d’unità d’Italia
le “tre giornate di Napoli” per urlare no a 150 anni di bugie
e per dire basta alla colonizzazione del Sud

LA VERITA’ CONTRO LA RETORICA!

clicca sull'immagine per ingrandire

Napoli non resta a guardare i retorici festeggiamenti degli avvenimenti storici che ne hanno decretato la morte.
Nella ex-capitale del Regno delle Due Sicilie, tutti i meridionalisti sono invitati a partecipare a tre importanti eventi di controcelebrazione.

Il 15 l’appuntamento é accademico e culturale: nella prestigiosa location del Maschio Angioino sarà presentato il libro-verità “Malaunità” scritto a più mani dai maggiori scrittori e archivisti del meridionalismo contemporaneo.
Presenti tutti gli autori e prestigiosi ospiti, a cominciare da Pino Aprile, Lorenzo Del Boca, Gigi Di Fiore, Lino Patruno e Eddy Napoli che presenterà i suoi due brani allegati al libro dedicati alla fine del Regno meridionale.

Il 16 sarà il giorno della memoria nei simbolici luoghi della Chiesa di San Ferdinando e di Largo di Palazzo. In chiesa ci sarà il ricordo di alcuni nomi di uomini periti per l’antica patria.
A seguire, grande raduno a cui nessun vero meridionalista può mancare; tutti con le bandiere delle Due Sicilie a lutto e ceri accesi in direzione di Largo di Palazzo dove, ai piedi della statua di Carlo di Borbone, sarà deposta una corona di fiori in onore di tutti i martiri che hanno perso la vita per il Sud.

Il 17, giorno della festa nazionale indetta per celebrare la prima seduta del parlamento di Torino del 1861, ci ritroveremo invece in Piazza dei Martiri, dove i 4 leoni (rappresentanti i caduti partenopei della della repubblica napoletana del 1799, dei moti carbonari del 1820, dei moti liberali del 1848 e di quelli garibaldini del 1860) sono “colpevolmente” orfani di un quinto leone, quello simboleggiante i soldati Napoletani morti in battaglia per difendere la patria duosiciliana.
Li i rappresentanti delle varie associazioni grideranno delle parole emblematiche della colonizzazione del Sud alle quali tutti i presenti risponderanno al grido di “malaunità”.

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Martedi 15 Marzo
Maschio Angioino – Sala della Loggia

ore 17:00 – PRESENTAZIONE DEL LIBRO-VERITA’ SUI 150 ANNI
MALAUNITA’ – 1861-2011 Centocinquant’anni portati male

SpazioCreativo edizioni

presenti tutti gli autori:
Pino Aprile, Lorenzo Del Boca, Gigi Di Fiore, Ruggero Guarini, Lino Patruno, Eddy Napoli (brani allegati al libro)
(prefazione di Jean Noël Schifano)
Felice Abbondante, Antonio Boccia, Pompeo De Chiara, Gennaro De Crescenzo, Angelo Forgione, Vincenzo Gulì, Salvatore Lanza, Giuseppe Picciano, Alessandro Romano, Lorenzo Terzi.

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Mercoledì 16 Marzo
Piazza e Chiesa di San Ferdinando, Largo di Palazzo

VEGLIA DELLA VERITA’ STORICA
ore 18:00 – APPELLO AI CADUTI E PREGHIERA IN SUFFRAGIO
Chiesa di San Ferdinando, Lettura simbolica dei nomi dei soldati, dei briganti e degli emigranti
ore 20:00 – CORTEO DELLA MEMORIA
Raduno meridionalista nell’area antistante il Palazzo Reale in Piazza San Ferdinando. Segue corteo con bandiera storica e cero acceso, deposizione corona di fiori in onore dei martiri del Sud in Largo di Palazzo

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Giovedì 17
Marzo
Piazza dei Martiri

FLASH MOB – IL SUD URLA IL SUO MARTIRIO

ore 10:30 RADUNO / ore 12:00 FLASH MOB
I meridionalisti insieme al grido di “Malaunità”

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coordinamento:
MOVIMENTO NEOBORBONICO
MOVIMENTO V.A.N.T.O.
INSIEME PER LA RINASCITA
RDS

evento su Facebook

Sfregio al colonnato di San Francesco di Paola

Sfregio al colonnato di San Francesco di Paola
Ancora umiliata la storia di Napoli Capitale

Un monumento non deve illuminare ma essere illuminato!

Intervento e denuncia a TeleCapriNews


La denuncia l’avevamo fatta lo scorso 20 Gennaio (leggi il post), quando avevamo capito che quei riflettori tra le statue delle virtù cardinali e teologali del colonnato della Basilica di San Francesco di Paola non erano un’installazione provvisoria utile ai festeggiamenti di Capodanno al Plebiscito ma una soluzione permanente.
Mentre la Giunta Iervolino spara gli ultimi fuocherelli, ci tocca portare le telecamere di TeleCapriNews sul posto per testimoniare questo ennesimo brutto lascito del sindaco e dei suoi uomini.

La più importante testimonianza italiana del periodo Neoclassico, che ha proprio Napoli come radice, umiliata da una soluzione senza alcun criterio estetico.
I monumenti non devono illuminare ma essere illuminati. È cervellotico tutto ciò! Non possiamo non riflettere sull’incapacità da parte delle persone che hanno realizzato questo scempio di rispettare la grande storia della città, e ci chiediamo come la Soprintendenza ai Beni Architettonici che ha sede proprio di fronte, a Palazzo Reale, possa tollerare una simile bruttura.

Le troppe competenze nella Piazza (ci risulta che Palazzo Reale sia sotto l’egida della Soprintendenza, il colonnato del Fondo per gli Edifici di Culto e la piazza di pertinenza del Comune) fanno in modo che non si possa definire delle responsabilità. Ma questo poco importa; ciò che conta è che il luogo simbolo di Napoli Capitale, pregno di una storia che poche città possono vantare, è ancora una volta offeso dagli stessi napoletani.

Ci chiediamo poi se questa gloriosa storia la conoscano. Ad ogni buon conto, gliela ricordiamo velocemente nell’intervista.

Angelo Forgione
Movimento V.A.N.T.O.
(Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela dell’Orgoglio)

Abbattuti alberi vincolati ai Colli Aminei

Alberi vincolati abbattuti ai Colli Aminei
“Napoli si albera”, la farsa del Comune di Napoli

leggi su napoli.com

Scempio ecologico ai Colli Aminei: Diciotto pini piantati negli anni ’60 lungo le aiuole al centro della carreggiata di Via Nicolardi sono stati abbattuti dal Comune di Napoli lo scorso 12 Febbraio per dare soluzione all’emergenza sorta in seguito al trancio accidentale di alcune radici nel corso di lavori di sistemazione della rete del gas. Una leggerezza delittuosa alla quale si è data la soluzione dell’abbattimento non necessario che disbosca ulteriormente la città, già estremamente bisognosa di polmoni verdi.

Al loro posto sono stati piantati dei baby-alberelli, sulla falsa riga di quanto già accaduto in Piazza Vanvitelli laddove lo scorso anno la secolare palma uccisa dal “punteruolo rosso” fu sostituita da un rachitico albero-bonsai a seguito di un sondaggio-farsa.

Dopo la rabbia dei residenti che avevano anche costituito un comitato di salvaguardia , è scattata l’appendice giudiziaria per iniziativa del Soprintendente Stefano Gizzi che ha denunciato gli uffici del Comune di Napoli in quanto autori di un abbattimento effettuato nonostante il parere contrario della Seconda Municipalità. Il Ministero dei Beni culturali ha infatti inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Napoli in cui si fa presente che «i pini ben avrebbero potuto essere puntellati e consolidati trattandosi di elementi assai rappresentativi del paesaggio».

Ricordo bene che l’Assessore all’Ambiente Rino Nasti lanciò lo scorso anno in pompa magna la campagna “Napoli si albera” che prevedeva la piantumazione di 1700 nuovi alberi per una città più verde. La città fu tappezzata di manifesti stradali che ne annunciavano la messa in pratica, ma ad oggi la politica ecologista in città è fatta di palme morte senza aver messo in campo alcuna misura di contrasto, pini rappresentativi che si abbattono con leggerezza e qualche alberello-bonsai qua e la.

Nasti se n’è lavato le mani, girando le responsabilità all’Assessore alla viabilità Agostino Nuzzolo, competente per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade per la difesa del suolo, per il servizio idrico, fognature e sottosuolo. Nuzzolo, a sua volta, ha chiamato in causa Arin, Enel e Napoletanagas, ma non prima di rassicurare i residenti, si fa per dire, che «i nuovi fusti giovani piantati sono forti e porteranno al quartiere una ventata di novità». Tra cinquant’anni, forse!

Speriamo che la Procura faccia luce e chiarisca le responsabilità. E chi ha sbagliato paghi!

Video dell’abbattimento a cura di Videocomunicazioni

 

“Napoli si albera” sul sito ufficiale del Comune di Napoli