Plebiscito: statue equestri e spazio da valorizzare

Plebiscito: statue equestri e spazio da valorizzare

Dibattito col Comune su ZTL e lungomare: attenzione al precedente!

Angelo Forgione – Si è svolto alla storica libreria “Treves” di Piazza del Plebiscito l’incontro-dibattito “Un anno di De Magistris” promosso dagli amici di “Insieme per la rinascita” e moderato da Flavia Sorrentino. Presente tra gli altri l’assessore allo Sviluppo del Comune di Napoli Marco Esposito che, vista l’assenza del previsto ospite De Magistris e dei suoi “avversari” Lettieri e Demarco, si è prestato al fuoco di fila delle tante domande sui temi più caldi del momento, dalle discusse ZTL e lungomare pedonalizzato all’assicurazione “RCA Napoli Virtuosa” per gli automobilisti napoletani le cui modalità sono state descritte dallo stesso Esposito (nel video di Tony Quattrone) che, oltre a fornire indicazioni sulle strategie di attrazione degli investimenti internazionali su Napoli, ha anche ribadito con forza il concetto già espresso recentemente a Mantova e a Portici secondo cui, se le politiche marcatamente anti-meridionali proseguiranno, sarà meglio fare da soli.
In merito a ZTL e lungomare liberato dalle auto, sul quale l’amministrazione comunale andrà avanti senza ripensamenti, sono intervenuto ricordando all’assessore che la città ha già un esempio del genere da non ripetere che è la piazza in cui ci trovavamo a discutere. Liberata giustamente dalle auto nel 1993 ma da circa 20 anni senza alcun intervento di sviluppo che ne abbia valorizzato lo spazio e la relativa fruizione. Una piazza vetrina in cui turisti e cittadini sono di transito, consegnata al degrado assoluto soprattutto nelle ore serali. Ho suggerito all’assessore di non ripetere lo stesso errore a Via Caracciolo e di riparare anche a quello del Plebiscito ormai cristallizzato e dimenticato. La distrazione del lungomare, che certamente ha più criticità dovute alla presenza di numerose attività commerciali che invece al Plebiscito non ci sono, non deve far dimenticare alla cittadinanza le altre problematiche che rivestono anche altri aspetti. Se Via Caracciolo è il lungomare più bello del mondo e va sfruttato, il Plebiscito è il luogo simbolo della cultura Sette-Ottocentesca, del neoclassicismo europeo (e non solo) fiorito a Napoli dopo gli scavi borbonici di Pompei ed Ercolano.
La richiesta all’assessore Esposito è stata, ed è pertanto, di lavorare per attrarre investimenti che rivitalizzino anche la piazza di Napoli Capitale passando per un restauro e recupero del colonnato a medio-lungo termine, intervento che potrebbe essere preceduto da interventi simbolici più facili da realizzare ma altrettanto doverosi come per esempio il restauro e la pulizia dei monumenti equestri dedicati a Carlo e Ferdinando di Borbone. A tal proposito ho ricordato a Marco Esposito che la città ha beneficiato “passivamente” dei soldi che Roma ha stanziato per il recupero di statue risorgimentali in occasione di “Italia 150”, da Vittorio Emanuele II a Garibaldi, da Pisacane e Nicola Amore, e che quelle veramente preziose, scolpite da Antonio Canova (con l’aiuto del suo allievo Antonio Calì), massimo scultore neoclassico, sono in condizioni indecenti e offendono la nostra Storia. Turisti e cittadini ne osservano il degrado tra scritte sui basamenti e guano di uccelli, chiedendosi chi siano quei “cavalieri romani” (non per caso) perchè non c’è una targa che ne descriva identità e fattura. Pertanto, ho chiesto espressamente di recuperare fondi non spesi o ripetere l’operazione già compiuta a
Piazza Dante e Piazza Mazzini dove i rispettivi monumenti sono stati restaurati dalla II Municipalità coinvolgendo uno sponsor (A&C Network srl) cui è stata consegnata la fruizione degli spazi pubblicitari esterni ai cantieri, col risultato di un restauro in pochi mesi e la provvidenziale installazione di una recinzione non invasiva che sta evitando il ripresentarsi delle problematiche dovute all’inciviltà e all’incultura di alcuni (giovani?) napoletani. Per le statue borboniche urge almeno una pulizia dei basamenti, un restauro della recinzione originale, l’installazione di un’ulteriore recinzione esterna non invasiva e una descrizione delle opere.
Un’operazione che potrebbe essere adottata anche dalla I Municipalità Chiaia-San Ferdinando-Posillipo, perciò proposta nei giorni scorsi anche al suo presidente Fabio Chiosi. Non è importante chi lo faccia, ma che lo si faccia. La storia di Napoli e il suo decoro monumentale non hanno colore politico.

1 Maggio, commemorazione eccidio di Pietrarsa

1 Maggio, commemorazione eccidio di Pietrarsa

Napoli tra i primi e gli ultimi martiri del lavoro

1 Maggio 2012 particolarmente significativo per i napoletani. La città vantava le primissime vittime del mondo operaio d’Italia, a Portici nel 1863, e anche l’ultima, il portinaio del Corso Garibaldi che si è tolto la vita dopo che gli avevano tolto impiego e casa. Non c’era città-simbolo migliore per sensibilizzare sulla drammatica situazione del mondo del lavoro in Italia, e invece i sindacati hanno preferito Rieti laddove è in corso una competizione elettorale. Poi, in serata, il “concertone” di Roma, in tono minore, con lo strascico di polemiche per i circa 250mila euro richiesti da Alemanno. Forse sarebbe stato più giusto restare in silenzio, evitare simbolicamente la festa a Piazza San Giovanni e dare seguito alle parole di Angeletti«C’é poco da festeggiare. Siamo di fronte ad un preoccupante aumento dei disoccupati. Ma questo sarà il 1 Maggio di tutti coloro che non si rassegnano».
A Pietrarsa, laddove fino al momento dell’unificazione italiana era il più grande stabilimento meccanico d’Italia poi schiacciato dalle politiche filo-sabaude che privilegiarono la nascente Ansaldo, in quel posto in cui il 6 Agosto 1863 Bersaglieri e Guarda Nazionale spararono sugli operai che protestavano per la forte riduzione del personale e per l’aumento dell’orario di lavoro, i vertici delle organizzazioni sindacali non sono mai andati a portare un fiore al monumento che ricorda quella vergognosa strage ancora oggi coperta dal silenzio “risorgimentalista”.
A ricordare le morti di ieri e di oggi c’eravamo noi, proprio li, alle grandiose officine di Pietrarsa oggi declassate a museo ferroviario (aperto solo nei giorni feriali). Una toccante ricordo  coordinato dal Partito del Sud al quale hanno aderito anche il Comune di Napoli con la presenza dell’assessore a Lavoro e Sviluppo Marco Esposito, il Comune di Portici e diverse associazioni meridionaliste. Nel piazzale delle Officine è stata deposta una corona di fiori ai piedi dell’opera commemorativa dello scultore Bruno Galbiati, apposta dal Comune di Portici il 25 settembre 1996. Diversi gli interventi accorati conclusi con quello interessantissimo dell’assessore Esposito che ha ribadito un concetto già qui dimostrato: la palla al piede d’Italia è il Nord. Discorso preceduto da quello di chi scrive incentrato sulle vicende attuali della discarica di Terzigno, in pieno parco nazionale del Vesuvio, che non chiuderà (nel video della commemorazione di Tony Quattrone a 2:34). A chiudere la manifestazione, un emozionante minuto si silenzio.
Appuntamento al 6 Agosto quando un nuova commemorazione ricorderà il 149° anniversario dall’avvenimento. Nella speranza che un giorno non lontano i segretari nazionali delle organizzazioni sindacali si possano degnare di onorare con la loro presenza la memoria dei martiri di Pietrarsa, luogo simbolo della lotta operaia in Italia… e di ciò che l’unificazione ha significato per il Sud.

si ringrazia Tony Quattrone per il contributo video della commemorazione

Al quiz “l’Eredità”, il cavallo rampante di Napoli e ‘o ciuccio ‘e Fichella

Carlo Conti, il cavallo rampante e ‘o ciuccio ‘e Fichella

Quella domanda finale a “L’Eredità” che parte da qui

Nella puntata del 20 Aprile del noto quiz “L’Eredità” su RaiUno, curioso “omaggio” di Carlo Conti: la domanda decisiva per la designazione della nuova campionessa inerente alla storia del Napoli e di Napoli, per la compilazione della quale la redazione del programma ha attinto quale fonte a questo blog (o napoli.com). Il cavallo rampante, simbolo di Napoli, è tornato così a far parlare di se; peccato solo che il bravo presentatore fiorentino non abbia detto cosa rappresentasse.

Cassa Armonica, monta la protesta dei movimenti

Cassa Armonica, monta la protesta dei movimenti

rettifica sulla dichiarazione al Corriere del Mezzogiorno

Angelo Forgione – La vicenda dalla pensilina smontata della Cassa Armonica i cui pezzi sono finiti in un cantiere della Linea 6, denunciata da V.A.N.T.O. e raccolta ormai da tutte le associazioni e i movimenti cittadini, porterà probabilmente a qualche azione di protesta. Continuo a seguire la vicenda dialogando con lo staff del Sindaco.
Intanto è di oggi un articolo del Corriere del Mezzogiorno (notoriamente poco morbido nei confronti di De Magistris) in cui sono raccolte le dichiarazioni di tutti i rappresentanti di associazione. Va però precisato che la mia dichiarazione orginale è modificata e mi vengono attribuite espressioni mai usate. La frase “vengono raccontate solo baggianate” è inventata, non mi appartiene e non fa parte del mio stile, così come non ho mai coinvolto la ditta che ha fatto i lavori (non conoscendo i fatti) ma esclusivamente il fatto in se stesso.
Porta da anni avanti un’azione costruttiva e collaborativa nell’esclusivo interesse della città, dei suoi monumenti, storia e decoro. E, in quanto giornalista, è per me fondamentale non modellare mai le dichiarazioni che raccolgo. Ecco perchè ritengo doveroso precisare, nonostante l’effettiva rabbia che è fortissima per la violenza sul monumento.

Di seguito la mia dichiarazione originale:

Ho piena fiducia in De Magistris ma da qualche mese la democrazia partecipativa che era stata il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale è già evaporata. Dal 19 Dicembre, data della mia prima richiesta, sono intercorsi quattro mesi senza ricevere alcuna risposta sul “mistero” dell’orologio storico scomparso a Piazza VII Settembre in occasione dei lavori per la realizzazione della Linea 1 Metropolitana.
Anche sulla vicenda della Cassa Armonica, da me denunciata appena verificatasi, non ho ricevuto alcuna risposta ufficiale ma solo qualche delucidazione ufficiosa e poco precisa da fonti attendibili da me sollecitate che mi riferivano di un trasferimento dei pezzi in laboratorio. Ma per laboratorio si intende un luogo chiuso dove si hanno a disposizione i mezzi e le strutture adatte agli interventi del caso, non un cantiere all’aperto senza misure di sicurezza. La vicenda è allarmante.

Il caso Matteo Salvini, disco rotto della Lega

Il caso Matteo Salvini, disco rotto della Lega

il dato di Ricolfi continuo refrain, silenzio su quello di Savona & Co.

Tempi duri per la Lega Nord che si nasconde dietro le origini meridionali di qualche capro espiatorio designato. A fare la parte del kamikaze più che del samurai sembra che sia stato designato lui, Matteo Salvini, onnipresente in tv e in radio. Rai, Mediaset, La 7, Sky, Radio24, Radio Padania e tutto il macrocosmo delle emittenti locali… lui è dappertutto con faccione e doppio mento ad ostentare sicurezza e a lanciare strali contro Roma ladrona e il Sud parassita, persino a cantare cori razzisti da stadio contro i napoletani. Arriva persino ad essere nello stesso momento a “Porta a Porta” e a “Matrix”. Ci contrabbanda la sua Lega ad ogni ora, da mane a sera, continuando imperterrito a parlarci di valori sani e di pulizia etica, di fatto etnica, del partito fondato dal nepotista Bossi. Lui resiste, insiste e persiste, forse sa anche che davvero non se ne può più di vederselo sempre davanti, ma persevera.
E i comitati di redazione, presentatori e giornalisti compresi, che evidentemente si mettono in fila per ospitarlo, finiscono per tollerarne le intolleranze per dovere di ospitalità. E così tutto diventa normale, proprio come i cori contro i napoletani negli stadi. La dinamica è la stessa: una parte inveisce, l’altra subisce, nessuno interviene e tutto diviene lecito. Eppure non lo è.
Ai leghisti è consentito dire di tutto, perchè è un partito che ha governato e che intende farlo ancora. Nulla di strano se non fosse che per statuto e ideologia è secessionista, cinico ed egoisticamente indipendentista, è ostile al Sud e vuol dividere l’Italia. Hai detto niente! Qualcosa non quadra ma sembra tutto normale. E allora li si ospiti pure i fazzoletti verdi, anche incessantemente, ma che nessuno li contraddica quando dicono cose fuori dalla grazia di Dio.
Il bruno Matteo, di cui francamente non se ne può più, è sempre in onda. Arriva, neanche il tempo di microfonarlo fuori onda che lui parte con la canzone: “Il Nord stacca ogni anno un assegno di ics miliardi per mantenere il Sud”. Dove per ics sta una somma ormai a discrezione di Salvini. Aveva iniziato con 50 e sono diventati talvolta 80. In realtà il dato è fissato a circa 50 miliardi ed è ispirato dal sociologo torinese Luca Ricolfi che nel libro “Il sacco del Nord” ha scritto che l’apparato statale trasferisce senza giustificazione la cifra annuale dalle regioni settentrionali a quelle meridionali, Lazio compreso. Tanto Ricolfi quanto l’adepto Salvini non spiegano che quei 50 miliardi non scendono dal Nord al Sud ma si trasferiscono dalle regioni più ricche a quelle più povere, secondo un principio di solidarietà su cui si fondano tutte le democrazie più avanzate. E che il Nord è ricco mentre il Sud è povero non lo scopre nè Ricolfi nè lo nasconde Salvini ma lo sanno gli italiani da quando esiste la questione meridionale, cioè da 150 anni.
Salvini rende dogma leghista il dato del sociologo Ricolfi ma ignora o fa finta di ignorare (è pur sempre un giornalista) il dato dell’economista Paolo Savona, presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi, professore emerito di Politica economica e docente di Geopolitica economica, coadiuvato da Zeno Rotondi e Riccardo De Bonis nella pubblicazione-studio ‘‘Sviluppo, rischio e conti con l’estero delle regioni italiane” e avallato anche dai colleghi dello Svimez: 63 miliardi che ogni anno dal Sud finiscono al Nord, frutto della vendita di merci prodotte nelle regioni ricche del Settentrione competitive nel Mezzogiorno ma non in Europa, quelle che detengono e fanno di tutto per detenere la maggior quota di ricchezza prodotta. In verità a quei 63 miliardi andrebbero aggiunti altri 34 miliardi circa di stima
dell’emigrazione culturale e sanitaria. Ma il meridionalista, che pure può giustificare le cifre in eccesso, non faccia come Salvini e resti sul dato preciso dell’economista da contrapporre a quello del sociologo. Ad assegni staccati, a conti fatti chi incassa è il Nord che poi taglia fuori dal mercato il Meridione per sottrargli reddito e occupazione.
Come mai Salvini è dappertutto? Perchè canta la canzone stonata e nessuno lo ferma? Possibile che nessuno conosca il dato di Paolo Savona-Rotondi-De Bonis? Possibile che nessuno sappia che la ricchezza di un paese va distribuita per evitare collassi? Oppure tutti danno per scontato che abbia ragione e che il vero problema sul tavolo del governo sia ora la questione settentrionale? È qui il nodo della vicenda, Salvini è sempre in vista perchè capacissimo di cambiare le carte in tavola. Ed ecco forse svelato il suo ruolo che, con la complicità forte e colpevole di buona parte dei media, ha indirizzato il dibattito a Nord, sostituendo un proprio vantaggio ad un problema reale del paese. La questione prioritaria da meridionale è diventata settentrionale. Se si risolvesse la prima e il paese si riequilibrasse, il Nord smetterebbe di staccare l’assegno e il Sud smetterebbe di comprare l’intero 70% della produzione industriale del Nord. E forse i fondi FAS destinati alle aree da sviluppare non sarebbero dirottati su quote latte degli allevatori del Nord. Caro Salvini, al momento tu e i tuoi amici ci guadagnate. Vi conviene? Altro che “sacco del Nord”, il sacco è a Sud ed è pieno di merci settentrionali. A noi non la date a bere. Domani è un altro giorno, e lui sarà di nuovo in tv. 


“Malaunità” col vento in poppa

“Malaunità” col vento in poppa

striscione contro il sistema esposto a Via Partenope

Il neologismo “malaunità”, coniato con il brano di Eddy Napoli e divenuto subito il titolo del libro sui 150 anni portati male, è ormai entrato nel lessico comune della Napoli consapevole. Già entrato allo stadio “San Paolo”, ora è il turno delle World Series di America’s Cup. I “No Tav” hanno esposto uno striscione mirando a governo e Lega: “Dalla malaunità all’attualità: Savoia e padani i veri ladri italiani”.
Il mare della verità e della consapevolezza si gonfia e s’increspa. 

Marco Magnifico (FAI): «Napoli città più bella del mondo»

Magnifico (FAI): «Napoli città più bella del mondo»

24 e 25 Marzo giornate del FAI di Primavera

Il milanese Marco Magnifico, vicepresidente esecutivo del FAI (Fondo Ambiente Italiano) grande sponsor di Napoli in occasione della presentazione delle giornate FAI di Primavera a “Uno Mattina”: «Napoli è la città più bella del mondo… è la vita tutt’intorno». Ecco la cultura che entra nella pura essenza della città meraviglia in cui la storia e la bellezza paesaggistica si fondono come in pochi altri luoghi. Magnifico Marco!
Il 24 e 25 Marzo, tra i siti inaccesibili visitabili in tutta Italia, anche il teatro romano Neapolis dell’Anticaglia, un tesoro nascosto tra i tantissimi del centro storico UNESCO più vasto d’Europa.

Guarda lo speciale da Napoli a “Stiscia la Notizia”

Consulta l’elenco dei siti visitabili a Napoli e in Campania

Partecipazione e commozione a Gaeta

Partecipazione e commozione a Gaeta

Centinaia di persone hanno affollato l’hotel Serapo di Gaeta nello scorso week-end in occasione del XXI Convegno Nazionale della “Fedelissima città di Gaeta” che ha schiuso ottime prospettive al mondo meridionalista. Alla conferenza di Sabato arricchita dagli interventi di Lorenzo Del Boca e  Pino Aprile, con la musica identitaria di Mimmo Cavallo, ha fatto seguito la commemorazione di Domenica mattina alla Montagna Spaccata dei soldati caduti per la difesa del Regno: alzabandiera e lancio di una corona a mare da parte degli allievi della scuola militare de “La Nunziatella” alla presenza delle cariche cittadine.

si ringrazia Pupia news per i contributi video

Lorenzo Del Boca

Gennaro De Crescenzo

Pino Aprile

Sindaco Raimondi

Mimmo Cavallo

Alessandro Romano

Sevi Scafetta

La commemorazione sul Monte Orlando

Napoli tra le 302 del concorso per “7 meraviglie”

Napoli tra le 302 del concorso per le “7 meraviglie”

Vota subito per la città partenopea!

Angelo Forgione – Anche il secondo traguardo è superato. Si era partiti da 1200 città e tra le 302 città dalle quali verranno fuori le “7 città meraviglie del mondoNapoli c’è, tra le primissime del girone “Europa”. Delle 15 italiane arrivate alla seconda fase ne sono rimaste 5: Roma, Napoli, Firenze, Venezia più Bologna, confermando idealmente il quadrilatero delle principali città d’arte italiane mete del “Grand Tour” Settecentesco. Eliminate Milano, Torino, Palermo, Genova, Bari, Catania, Messina, Taranto, Perugia e Mantova.
La terza fase di voto terminerà il 7 Settembre 2013, quando la seconda scrematura fornirà una shortlist di 77 città che secondo predeterminati regolamenti daranno le 28 città candidate ufficiali alla vittoria finale. Il concorso si concluderà il 7 Luglio 2014 quando saranno ufficializzate le 7 città elette.
La strada è lunga e priva di sponsorizzazioni istituzionali e mediatiche; dunque tocca a tutti noi votare più volte (con diversi account di posta elettronica) per superare anche la seconda selezione. Attenzione, scegliendo purtroppo solo Napoli tra le italiane  (per questioni di regolamento) insieme ad altre sei e poi compilando il form. Ovviamente diffondendo e sensibilizzando tutti.

clicca qui per votare

istruzioni di voto:
1) selezionare le 7 città scegliendo tra le varie zone del mondo
2) riempire il form sulla destra inserendo il codice captcha e l’indirizzo email
3) spuntare l’accettazione di “termini e condizioni” e inviare

Plebiscito: chiediamo tutti la videosorveglianza!

Plebiscito: chiediamo tutti la videosorveglianza!

proposta per la salvaguardia di una piazza simbolo d’Europa

Ancora una brutta notizia arriva da Piazza del Plebiscito, continuamente attaccata da giovani senza coscienza e cultura. E così, in accordo con “La Radiazza” di Gianni Simioli su Radio Marte che ha lanciato la proposta in radio, invitiamo tutti i simpatizzanti di V.A.N.T.O. a inoltrare richiesta di installazione di videosorveglianza, quale unica soluzione contro gli atti di vandalismo, nella piazza simbolo di Napoli Capitale ai seguenti indirizzi di posta elettronica:

assessorato.trasparenza@comune.napoli.it
per conoscenza a:
sindaco@comune.napoli.it
mbac-sbapsae-na@mailcert.beniculturali.it
sbappsae-na@beniculturali.it 

Di seguito il nostro messaggio:

Gentile Assessore Narducci,
chiediamo di prendere in considerazione l’opportunità di installare videosorveglianza in Piazza del Plebiscito, continuamente stuprata da vandali e incivili ragazzi senza cultura, compatibilmente alla conservazione dei luoghi.
La piazza simbolo del Neoclassicismo nato a Napoli e diffusosi in Europa e America dopo la scopera di Pompei e Ercolano non può essere lasciata alla mercé di chi non ne capisce il valore.
Attendiamo riscontro per eventuale incontro di discussione delle problematiche della piazza che seguiamo da anni.

Movimento V.A.N.T.O.
(Valorizzazione Autentica Napoletanità a Tutela dell’Orgoglio)

altri video sull’argomento nella sezione “anti-degrado”