videoclip / RAZZISMO LEGA-LIZZATO negli stadi italiani

videoclip / RAZZISMO LEGA-LIZZATO negli stadi italiani

deriva italiana: Napoli senza tutela in un paese poco serio

Un’altra stagione calcistica è passata senza che nessuno abbia messo un argine ai cori razzisti vomitati all’indirizzo dei napoletani, nonostante le regole introdotte dalla FIGC nel 2010 (su ispirazione del leghista Maroni). Non si sottovaluti il problema solo perchè cristallizzato e reso prassi negli stadi, la questione è gravissima e coinvolge tutta la società italiana ormai condizionata e influenzata dalla più che ventennale propaganda leghista che ha fortemente acuito una realtà già precedentemente triste.
Nei giorni scorsi il portiere della nazionale giapponese Eiji Kawashima è stato in Italia (probabili contatti con squadre della Serie A) e ha evidenziato inconsapevolmente e indirettamente quanto l’Italia sia un paese volgarmente maleducato e privo di etica. Non stupisca tutto ciò perchè quello giapponese è un popolo, cioè unito e coeso, fiero della propria terra e della propria tradizione. Agli antipodi dal popolo italiano che non esiste, disgregato dalla cultura campanilista del “tutti contro tutti” che trova il suo apice nel “tutti contro Napoli”. Il videoclip lo dimostra, partendo da quella parte politica del paese che ha fatto dell’invettiva il proprio cavallo di battaglia, e sarebbe potuto accadere solo in Italia, passando per l’ipocrisia degli organi preposti a tutelare, continuando con l’atteggiamento “distratto” e talvolta colpevole di alcuni giornalisti, per finire con il deleterio assopimento dell’orgoglio dei napoletani stessi.
Vittimismo? Chi nega tutto questo contribuisce alla morte sociale nei confini italici. A noi interessa solo evidenziare che l’Italia è un paese poco serio. Poi, chi vuol continuare faccia pure.

“Terrone Day” nel Mantovano

“Terrone Day” nel Mantovano

nel feudo leghista i meridionali affermano la propria dignità

A Castelbelforte, nella provincia di Mantova roccaforte della Lega Nord, si è svolto Sabato 28 il “Terrone Day” contro ogni discriminazione organizzato da Francesco Massimino, coordinatore locale del Partito del Sud, per gridare l’orgoglio di essere meridionali. Un’idea nata dopo essere stato definito “terrone” da un cittadino locale in sede di  seduta consiliare senza che siano poi giunte le scuse richieste.
Dopo un volantinaggio davanti al municipio, la manifestazione si è svolta nell’auditorium del vicino comune di San Giorgio e ha visto la partecipazione di Pino AprileMimmo Cavallo, Roberto D’Alessandro, Marco Esposito, Marco Rossano e Beniamino Morselli a fare gli onori di casa.
Massimino ha così incitato la sala: «Vogliamo essere la cerniera per unire il Nord con il Sud. Nel Settentrione ci sono 14 milioni di immigrati del Meridione, perché i nostri politici non hanno saputo sfruttare le risorse che abbiamo al Sud».

Il video-sintesi della conferenza montato proprio da Marco Rossano, autore del documentario “Cento passi per la libertà” sulla scalata di De Magistris a Palazzo San Giacomo (, ci porta testimonianza della giornata. Significative le parole di Marco Esposito, assessore allo sviluppo del Comune di Napoli, sulle attuali condizioni politico-culturali in Italia.
V.A.N.T.O., pur invitato, non ha potuto presenziare (così come Lino Patruno) ma le parole di Pino Aprile e Marco Rossano (nel video) hanno fatto fischiare le orecchie a qualcuno.

leggi la cronaca dell’evento sul blog di Marco Rossano

Cazzullo incontra l’identità napoletana

Cazzullo incontra l’identità napoletana

guarda il reportage sul Corriere.it

Angelo Forgione – “Una città, un Paese”, questo è il titolo della rubrica di Aldo Cazzullo per il Corriere.it che ha pubblicato un reportage sul mondo meridionalista avanzante, quello di chi si batte per la (vera) storia dell’Unità d’Italia: “Neoborbonici, un movimento senza Re”. Il titolo è centrato, perchè per statuto i Neoborbonici non sono un movimento filomonarchico, e neanche separatista ma molti lo dimenticano o fingono di dimenticarlo.
Il viaggio nel meridionalismo (neoborbonici sono intesi tutti i movimenti meridionalisti anche se si tratta di un errore grossolano) comincia da Gennaro De Crescenzo, storico presidente del movimento nato il 7 Settembre (non per caso) del 1993 su ispirazione di Riccardo Pazzaglia, che spiega la “mission” finalizzata all’orgoglio e al senso di appartenenza nonchè alla creazione di una nuova classe dirigente locale. Giuseppe Genovese, presidente del parlamento delle Due Sicilie, esprime il suo scetticismo sull’attuale scenario politico italiano. Il noto artista contemporaneo Mimmo Paladino filtra le giuste rivendicazioni per un periodo storico che ha anche molte luci dalla retorica di un ritorno alla monarchia (che i Neoborbonici non vogliono, n.d.r.). Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris mostra (e lo sappiamo) di aver tastato il polso al movimento che ben inquadra nell’orgoglio, e non in una contrapposizione alla politica del Nord, e nella consapevolezza di come il Sud sia stato tenuto lontano da un progresso che ancora oggi non può esserci realmente senza Meridione. Lo storico Rosario Villari è messo in contrapposizione con lo stesso Gennaro De Crescenzo circa i numeri e le stime di morti meridionali che generano il risentimento storico derivante dalla comunque feroce repressione del brigantaggio. Nino D’Angelo si dichiara ignorante e fa riferimento ad un episodio che lo ha visto protagonista in una recente edizione di Sanremo quando fa oggetto di un “richiamo generale” per alcune affermazioni improvvisate per cui fece marcia indietro. Conclude il direttore del Corriere del Mezzogiorno Marco Demarco che taglia le gambe al movimento ripercorrendo il suo noto pensiero sul “Terronismo-romanticismo sudista” usato come alibi di una società meridionale incapace di darsi un avvenire diverso.
Il reportage non poteva che chiudersi così, con un noto parere dal fronte avverso, nonchè caro a Cazzullo che appare disponibile ad accogliere opinioni per proporle agli spettatori, ma che solo due giorni prima, nella prima parte del reportage, aveva definito i meridionalisti degli “orgogliosi sterili e rancorosi”. Forse, sul piatto della bilancia del giornalismo napoletano sarebbe stato corretto ascoltare anche Gigi Di Fiore, ma Napoli paga comunque nel confronto storico-sociologico la mancanza di un Pino Aprile, di un Lorenzo Del Boca o di un Lino Patruno da contrapporre a Demarco.
Cazzullo una posizione e un’opinione ce le ha rispetto a chi punta storicamente il dito sulla sua terra, e non è certamente neutrale. Ma apri i suoi microfoni a coloro che ritiene i picconatori dell’unità nazionale costruita dal suo Piemonte senza capire, o voler capire, che i meridionalisti picconano il Piemonte allargato che è concetto diverso dall’Italia unita in quanto valore da preservare se solo la si ottenesse. Cazzullo continua a dire da ogni proscenio televisivo nazionale che i meridionalisti sono in procinto di mettere in piedi una lega del Sud di contrapposizione a quella del Nord che sfascerà l’Italia, e ne vede a capo Aurelio De Laurentiis (perchè “decisamente” meridionalista in molte uscite) nei panni del Bossi del Sud che non sarà mai, addirittura in opposizione a De Magistris con cui in realtà assiste amabilmente alle partite del suo Napoli.
Cazzullo spinge da tempo per questa Lega del Sud che nessuno ha in mente. Cazzullo vuole trasformare un movimento culturale e identitario non federalista, non separatista e non monarchico, in movimento politico. Cazzullo non capisce che il Sud è capace anche di questo, di ideali da preservare e ridistribuire, di gente che ci rimette soldi e tempo senza “finalizzare” col cinismo politico deleterio per l’unità nazionale di cui è stato capace il Nord ma tentando di rimettere insieme i cocci di un’identità e una cultura distrutta dai suoi antenati.

l’amore di Pete per Napoli, fan inglese del Napoli

l’amore di Pete per Napoli, fan inglese del Napoli
«Napoletani leali e grandi lavoratori, l’Italia gli ha girato le spalle»

Di seguito la traduzione di una lettera che Pete, grande tifoso azzurro del “Napoli Fans Club London” e innamorato di Napoli, ha scritto a V.A.N.T.O. allegandola al video girato in occasione della partita di Champions League Manchester City-Napoli. Si parte dal calcio per spaziare poi nella sua esperienza diretta coi Napoletani in Inghilterra, finendo con una disamina storico-sociale della realtà Napoletana ravvisabile anche in alcune parole dette e scritte nel video.
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Ciao Angelo, 

abbiamo avuto il viaggio più bello e divertente per Manchester. Non vedo l’ora che venga Novembre, quando tornerò a vedere il Napoli al San Paolo. Spero che i tifosi Napoletani riservino al popolo di Manchester la stessa accoglienza e generosità che hanno ricevuto qui in Inghilterra.
Per entrambe le squadre è stata una notte da ricordare. Entrambe hanno avuto momenti difficili. Solo 11 anni fa il Manchester City era in terza divisione, proprio come il Napoli 7 anni fa!
È stato emozionante, alla fine della partita, vedere i fan del City e del Napoli applaudirsi a vicenda. Un caso raro di questi tempi!
Mia madre è di Bagnoli e dopo la seconda guerra mondiale ha sposato un soldato inglese. Il mio amore per Napoli è nel mio cuore fin da quando ero un ragazzino. Spero che il vostro nuovo sindaco possa assicurare progressi per la vostra meravigliosa città. Napoli ha bisogno di molto amore dopo essere stata trascurata dai politici per così lungo tempo.
Mi piace moltissimo il lavoro che V.A.N.T.O. fa per la città. E mi piace che si cerchi di far rendere conto le persone che devono essere fieri di Napoli lavorando sulla coscienza storica del popolo e rendendoli orgogliosi del loro patrimonio culturale. Ti prego di continuare e di non smettere mai! Seguo V.A.N.T.O. e spesso chiedo a mia madre delle spiegazioni e delle traduzioni di cose che non capisco!
Napoli è città unica al mondo, e per molti versi ha il cuore e l’energia di una città come New York. Ho il piacere di incontrare così tanti napoletani in Inghilterra. Sono dei gran lavoratori e hanno una grande energia, amore per la vita, lealtà verso gli amici e una generosità incredibile. Quello che ho anche notato è che hanno un grande amore per la città e sono tutti accomunati da una grande nostalgia. Sono emigrati per opportunità economiche, ma sono sempre così orgogliosi di dichiararsi Napoletani. 
Quello che mi fa rabbia è che hanno dato un così grande contributo all’economia d’Italia, eppure l’Italia ha voltato le spalle a Napoli. Tutto questo è scandaloso. In questo momento Napoli ha bisogno di aiuto per i suoi giovani affinchè diminuiscano emigrazione e criminalità. Così tante persone di talento sono costrette a lasciare la vostra città ogni anno, perché gli vengono negate le opportunità. Questa è una ingiustizia sociale. 
Mi ha fatto davvero tanto piacere scriverti.
Saluti.
Pete
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De Laurentiis chiude ai Napoletani? Tutt’altro, ne stimola l’orgoglio.

De Laurentiis chiude ai Napoletani?
Tutt’altro, ne stimola l’orgoglio.

«I Napoletani al Napoli non li voglio!»

Angelo Forgione – «I Napoletani al Napoli non li voglio perché non inclini a venirci». La frase dell’istrionico De Laurentiis in merito alle voci sull’interessamento al calciatore napoletano Bocchetti sembra un’accusa alla gente di Napoli in generale e in buona sostanza è così, ma la dichiarazione conserva un’accezione positiva rispetto al concetto di Napoletanità. Il presidente ha modi di pensiero e parola tutti suoi e si esprime per iperboli e ossimori che spesso irritano. È chiaro che la pietra dello scandalo sia Criscito che non ha accettato minor retribuzione in cambio della maglia della sua città, dichiarando di andare a San Pietroburgo in una grande squadra e in una bellissima città. Scelta insindacabile, ma indigesta per un presidente che fa della Napoletanità un “plus” su cui costruire un rinnovato orgoglio e prestigio attrattivo. E infatti De Laurentiis rispose piccato dicendo che la città russa é brutta (e non ci vivrebbe nemmeno neanche per tutto l’oro del mondo), esagerando sapendo di esagerare perché non lo é affatto. Il concetto può essere discutibile sotto il profilo professionale e imprenditoriale, ma è apprezzabile dal punto di vista di un romantico attaccamento alla città che ogni Napoletano dovrebbe nutrire e che io stesso cerco di accrescere passando per la nostra storia e cultura oltre che per lo sport. Certamente il patron va in conflitto con la sua stessa gestione degli affari, peraltro ineccepibile, e tira acqua al suo mulino. E neanche può negare che Cannavaro sia Napoletano. Concetti raramente applicabili al business calcio, ma nessuno si consenta di strumentalizzare la dichiarazione che deve essere spunto per una profonda riflessione sulle potenzialità di Napoli che potrebbe primeggiare col giusto atteggiamento della sua gente. Del resto, alzi la mano chi se la sente di dire che i Napoletani, nel complesso, amano in concreto la loro bellissima città con i propri comportamenti quotidiani. La concordia tra De Laurentiis e De Magistris, con la “benedizione” del Cardinale Sepe, dimostra l’opportunità di veicolare messaggi di riscatto anche attraverso il calcio, e ciascuno di noi intenda se sia populismo o qualcosina di più.

L’appunto a De Laurentiis è quello di spiegare simili affermazioni e non lasciare adito a interpretazioni tendenziose di chi non attende altro che puntare il dito sui Napoletani.

De Laurentiis “bacchetta” i calciatori Napoletani durante la telenovela Criscito

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De Laurentiis anti-San Pietroburgo e pro-Napoli

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Criscito si difende dalle accuse di De Laurentiis

video: PHILIPPE DAVERIO E L’ITALIA FALLITA

video: PHILIPPE DAVERIO E L’ITALIA FALLITA
la retorica risorgimentale che ha rovinato la cultura

Angelo Forgione – Torno sulla rivisitazione risorgimentale, che è senza dubbio la chiave per capire dove nascano i guai sociali (e non solo sociali) della nostra nazione italiana. Questa volta ho messo insieme un collage di alcune “pillole” del critico d’arte Philippe Daverio, tratte da varie puntate della sua trasmissione “PASSEPARTOUT” (RAI) e non solo, così come pure interviste rilasciate ai quotidiani IL MATTINO di Napoli e LA STAMPA di Torino. Un lavoro divulgativo che sembra essere estratto da una puntata monotematica mentre in realtà è un puzzle dal senso compiuto che all’inizio pone presupposti e alla fine offre delle risposte, toccando un altro tema che mi sta a cuore: la distruzione del patrimonio monumentale che è figlio della cancellazione della cultura.
Solo l’istruzione e la conoscenza approfondita delle dinamiche storiche possono spiegare il fallimento italiano, senza dubbio iniziato con l’invasione del sud da parte dei Savoia che, creando un Piemonte allargato e non un’Italia unita, non salvaguardarono le specificità culturali dei vari territori, men che meno la cultura delle Due Sicilie che avevano dettato cultura e creato i fondamenti della moderna Europa pur contando meno politicamente.
Le divisioni sociali tra nord e sud diventano motivo di attriti quando a discuterne sono gli ignoranti che trasformano tutto in scontro frontale. Quando invece è la cultura a parlare, quella che convince su ragionamenti e spiegazioni disarmanti, la mente di chi è disposto a conoscere e a capire può aprirsi. I veri revisionisti fanno così, figurarsi quando la rivisitazione della storia è rafforzata da chi non può essere accusato di essere parziale.
Jean Noel Schifano e Philippe Daverio, non è un caso che due intellettuali di estrazione culturale francese lancino messaggi in tal senso. I cosiddetti intellettuali italiani, invece, continuano a raccontare la storia dei vincitori per esserlo anche loro quando ritirano i premi di “sistema” in giro per l’Italia.

 

Turisti del nord rubano agli scavi di Ercolano

Lettere a VANTO
turisti del nord rubano agli scavi di Ercolano

Caro Angelo,
è da tempo che volevo comunicare con te. Sono di Ercolano ed amico di Danilo Belsino e con lui avevamo deciso di invitarti per parlare con te da vicino e chiederti di aiutarci a creare nella nostra città un movimento simile. Abbiamo già delle idee che spero presto poter illustrarti da vicino. Ho nel mio negozio, una sorta di filiale di VANTO, poichè ho affisso molti tuoi scritti. In questo momento, mentre ti scrivo, ho saputo che stanno arrestando nei pressi della circumvesuviana di Ercolano due turisti vicentini, che avevano sottratto dei reperti dagli scavi. Volevamo inviarti le foto dell’arresto , ma non ci è stato permesso di filmare il medesimo. In questo momento sono circondati dalla polizia e da tanti ercolanesi. I due “mariuoli” seguiti dalla polizia locale, fino in stazione, ivi giunti, con l’ausilio della polizia di stato, sono stati arrestati tra il tripudio generale dei cittadini, che li hanno apostrofati urlandogli “n’ce fanno sempe na chiaveca a nuje…”.
Ah, dimenticavo, ho una copisteria dove faccio proselitismo identitario riguardo la nostra storia borbonica. Ti giuro, stiamo avendo successo. Presto distribuiremo “Li chiamarono briganti” ed in seguito, una sorta di giornalino dove abbiamo pensato di pubblicare anche i tuoi scritti se ci concedi il permesso.

Tra un anno, volevamo controfesteggiare i 151 anni, ovvero un anno dopo l’annessione, con un dibattito pubblico sulle conseguenze dell’annessione.

il brigante Nicola

da “ilmediano,it”, la trafugazione dei turisti vicentini ad Ercolano
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videoclip: “RISPETTO (quando segna un goal Cavani)”

videoclip: “RISPETTO (quando segna un goal Cavani)”
da un lavoro musicale di Danilo Belsino su V.A.N.T.O.

Angelo Forgione – Quando qualche settimana fa Danilo Belsino, un giovane sperimentatore musicale di Ercolano, mi contattò per comunicarmi di aver composto un brano ispirato dalle tematiche sociali della Napoletanità da me trattate e spesso accostate agli aspetti sportivi, ne ebbi gran piacere perchè era un’ulteriore testimonianza di come il messaggio di V.A.N.T.O. attecchisse e potesse interessare su vari livelli la nostra comunità.
Ascoltando il pezzo mi accorsi che era anche decisamente valido non solo nelle sonorità ma anche ben corrispondente a quella parte del “v.a.n.t.o.-pensiero” che intende la passione sportiva napoletana come potentissimo veicolo di orgoglio e riscatto pro-attivo e mai passivo dei Napoletani, tifosi di Napoli prima ancora che del Napoli.
Una città stupenda, ricca di storia, che ha posto le basi della moderna civiltà europea, non deve essere difesa solo allo stadio ma anche fuori di esso, con il comportamento civile e responsabile di ognuno di noi. Il rispetto si guadagna riappropriandoci della nostra migliore identità, appannata da decenni di educazione alla minorità che hanno causato un atteggiamento lassista e fin troppo tollerante verso chi ha devastato la nostra terra, napoletani compresi.
La spia del nostro orgoglio si accende allo stadio, ma potrebbe e dovrebbe farlo anche nella vita di tutti i giorni; perchè ciò accada basterebbe riscoprire e recuperare la nostra identità e la nostra storia seconda a nessuno. Ma intanto, quando il nostro Napoli vince offre a tutti noi la rivalsa verso chi ci denigra e chi, magari, è più abituato al sapore della vittoria e ne fa un ulteriore motivo di presunta superiorità di etnia che però non trova riscontro nella storia… anzi!
Il brano “RISPETTO, Quando segna un goal Cavani” di Danilo Belsino racchiude il messaggio e tira in ballo, come detto, alcune tematiche di V.A.N.T.O.: il valore sociale del Napoli per i napoletani, il razzismo  verso di essi negli stadi (e fuori) mai combattuto dagli organi preposti, i luoghi comuni contro Napoli frutto dell’ignoranza più becera, gli attacchi alla città da parte di presunti intellettuali (Bocca su tutti) e personaggi televisivi più volte denunciati in “Ammazziamo Pulcinella”, le parole di Goethe in “Viaggio in Italia” che descrivono la meraviglia di Napoli nel 1786 (nel video “Napoli sei tu!”).
Il buon lavoro di Belsino necessitava di un videoclip su misura, capace di accompagnare con le giuste immagini un brano in cui Cavani diventa quello che oggi è per i tifosi: il paladino dell’orgoglio, a patto che questo lo si dimostri davvero rispettando la nostra città. RISPETTO, quello che tutti gli italiani devono a Napoli, Napoletani compresi. Se ne saremo capaci, vinceremo la partita per il nostro riscatto.

RISPETTO
(quando segna un goal Cavani)
musica e testo: D. Belsino

Non e’ questione di maglia o di inno,
non e’ questione di bandiere che di “volta” ce ne stanno troppi,
è il mio orgoglio che e’ in ballo,
è per questo che io godo quando segnano.
È la rivincita, perche’ lo sai e’ sempre lo stesso da tempo,
mi odia un poco tutta l’italia
ma una questione calcistica conduce alla pessima etica
dell’italiano che nasconde la faccia sotto la maglia
è l’asino che raglia,
sputa fuori tutta l’imbecillità
cori e offese razziste come se…
come se lo stadio fosse un arena di battaglia.

IO DIFENDO I MIEI COLORI
LI STRAPPO DALLE MANI DEI DETRATTORI E PRETENDO RISPETTO
MENTRE TUTTI QUANTI ME LO TOLGONO
È PER QUESTO CHE IO GODO QUANDO SEGNANO.
È LA DIFESA DELL’ORGOGLIO, UNA PICCOLA RIVINCITA
MENTRE L’ITALIA MORTIFICA
NASCONDENDOSI DIETRO LUOGHI COMUNI…
È PER QUESTO CHE GODO QUANDO SEGNA UN GOL CAVANI.

Il piu’ bello dei sogni non e’ immenso quanto te.
Tu che ci illudi e ci stanchi, tu che ci incanti, dai non mollare…
e come quando sei sotto di due goal e la partita s’é messa male,
tocca lottare, difendere l’area, poi ripartire,
pressare, alzare il baricentro, ringhiare su ogni pallone.
L’energia dei settantamila
e la sfida, come nella vita, ha bisogno di pazzia… fantasia…
il mio popolo e’ magia pura… e lo stadio si colora e canta….

IO DIFENDO I MIEI COLORI
LI STRAPPO DALLE MANI DEI DETRATTORI E PRETENDO RISPETTO
MENTRE TUTTI QUANTI ME LO TOLGONO
È PER QUESTO CHE IO GODO QUANDO SEGNANO.
È LA DIFESA DELL’ORGOGLIO, UNA PICCOLA RIVINCITA
MENTRE L’ITALIA MORTIFICA
NASCONDENDOSI DIETRO LUOGHI COMUNI…
È PER QUESTO CHE GODO QUANDO SEGNA UN GOL CAVANI.

Come un tunnel senza uscita, pare che non ci sia speranza per la mia citta’… ‘ha detto pure Bocca!
“Queste rive, golfi, insenature, il vesuvio, la citta’ coi suoi dintorni, i castelli, le ville…
siano perdonati tutti coloro che a Napoli escono di senno.
Se nessun napoletano vuole andarsene dalla sua città,
se i poeti celebrano in grandiose iperboli l’incanto di questi siti,
non si può fargliene carico… qui non si riesce davvero a rimpiangere Roma.
Confrontata con questa grande apertura di cielo, la capitale del mondo nella bassura del tevere
appare come un vecchio convento in posizione sfavorevole”… Goethe

IO DIFENDO I MIEI COLORI
LI STRAPPO DALLE MANI DEI DETRATTORI E PRETENDO RISPETTO
MENTRE TUTTI QUANTI ME LO TOLGONO
È PER QUESTO CHE IO GODO QUANDO SEGNANO.
È LA DIFESA DELL’ORGOGLIO, UNA PICCOLA RIVINCITA
MENTRE L’ITALIA MORTIFICA
NASCONDENDOSI DIETRO LUOGHI COMUNI…
È PER QUESTO CHE GODO QUANDO SEGNA UN GOL CAVANI.

Impara a rispettare il mio popolo, fratello… che hai tanto da imparare.
E poi… e poi non.. non cacciate nessun inno… (‘sto Gigi D’Alessio)
che noi già ce l’abbiamo.
Lasciate perdere, va… bis!

Corteo per il decoro e la dignità di Napoli

Corteo per il decoro e la dignità di Napoli.
Anche V.A.N.T.O. presente

Questa è la Napoli migliore, quella che vogliamo. La Napoli della brava gente che chiede normalità invece di lamentarsi nel chiuso dei propri salotti.
Un “grazie” a tutti noi che c’eravamo, senza plausi… perchè era nostro dovere.

da “IL MATTINO” del 19 Dicembre 2010

NAPOLI (19 dicembre) – Hanno sfilato in corteo da piazza dei Martiri a piazza del Plebiscito, da piazza del Gesù alla Prefettura. Due cortei diversi ma organizzati con un solo obiettivo: restituire decoro e dignità a una città devastata dalla spazzatura, dall’incuria e dall’inciviltà.

Una manifestazione di protesta, pacifica e composta, per dire basta all’emergenza rifiuti, per risvegliare le coscienze e sollecitare il rispetto delle regole, soprattutto quelle che imporrebbero la raccolta differenziata che ancora oggi appare un miraggio. Sono partiti in duecento, si sono ritrovati in duemila dinanzi alla Prefettura dove, tra gli applausi, è stata installata una grande fontana di plastica dalla quale, al posto dell’acqua, fuoriuscivano sacchetti della spazzatura carichi di veleni (…).